MESSINA. Su 3864 laureati/e più di 6 su 10 sono donne (quasi il 65%), con un’età media di 26,2 anni, e hanno ottenuto la pergamena con un voto medio di 104,6 (su 110). Sono alcuni dei dati emersi da un questionario di Alma Laurea, relativo al 2020, che analizza i dati anagrafici, sociali e lavorativi degli studenti iscritti all’Università di Messina.

Dal report, relativo a tutte le facoltà e a tutte le tipologie di laurea, si evince come la maggioranza degli studenti e delle studentesse provenga dalla città e dalla provincia (circa il 58%), a fronte del 23% che è nato/a in un’altra regione (la Calabria, in linea di massima), mentre gli stranieri sono poco meno di due su 100.

Nella loro carriera universitaria gli studenti di Unime hanno mantenuto una media del 26,4 (su 30) portando a casa, sempre in media, un voto di laurea che punta al 104,6 (su 110). Dati poco distanti da quelli delle altre università siciliane, che oscillano sempre sulla media di voti del 26 e su una media di laurea che va dal 101 al 105.

Anche la durata media degli anni passati in università si discosta poco tra i laureandi dell’Università di Messina e gli altri. In media, infatti, gli studenti di Unime si sono laureati in 4,7 anni, con poco meno di un anno e mezzo di “ritardo” (ricordando sempre che i dati sono riferiti ai laureati del 2020, sui quali ha giocato un ruolo di rilievo la pandemia). Il 55% degli studenti che si sono laureati a Unime, lo ha fatto comunque in corso, valore tra i più alti in Sicilia. Infatti ad essere più “veloci” (per quel che può valere il dato. L’istruzione non è una gara, ndr) sono solo gli studenti di Enna, con una quota di lauree in corso del 60,1%. Ultimo posto per Catania, con il 46% degli studenti laureati in corso e un tempo di permanenza in università di 4,9 anni.

Unime è poi l’università in Sicilia con il maggior numero di laureati stranieri. Infatti, dei quasi 9mila laureati nel 2020, l’1,8% è straniero. Numero che supera (anche di molto) le percentuali delle altre tre università siciliane, che presentano lo 0,7% di laureati stranieri a Palermo e Catania e lo 0,4% alla Kore di Enna.

I laureandi siciliani, al contrario, sono stati più restii a spostarsi. Il 94,3% dei laureati a Unime infatti non ha compiuto studi all’estero. Gli studenti più interessati alle esperienze di erasmus e simili sono stati quelli di Palermo. In questo caso, infatti, scende all’86% la percentuale di universitari che non hanno compiuto esperienze all’estero.

L’università di Messina è anche la seconda per età dei laureati. La media d’età dei laureati Unime è 26,2 anni, età superata solo da Palermo, con una media di 25.9. Poca, comunque, la distanza dalle medie dell’università di Catania ed Enna, rispettivamente 26,4 e 26,5.

Tra i laureati di Unime, solo il 23% non intende proseguire gli studi. Percentuale più bassa tra quelle delle quattro istituzioni siciliane. Il primato anche in questo caso va alla Kore, con una percentuale del 31,10% di studenti che non intendono proseguire gli studi dopo la laurea. Metà classifica è invece occupata da Palermo e Catania, con rispettivamente il 26,30% e 27,70%. 

E per quanto riguarda le prospettive future?

Già durante il percorso di studi, il 48,7% dei laureandi all’Università di Messina ha avuto esperienze lavorative (il 31% in linea con il corso di studi). Dato comunque vicino alla media delle altre università siciliane, che vedono gli studenti Catanesi come quelli maggiormente impegnati in questo senso: il 50,8% degli studenti catanesi ha lavorato durante il percorso universitario (ma il 26% in linea con il corso di studi).

Il 74% dei laureati Unime auspica di trovare lavoro nel settore pubblico dopo la laurea, mentre il 54% ha cliccato su “Decisamente si” anche per il settore privato; 8 laureandi su 10 mirano a un impiego a tempo pieno, in maggioranza (70%) nel comune di residenza (che non sempre è Messina), mentre il 58,7% è disposto anche a trasferimenti di residenza.

“Per quanto riguarda la condizione occupazionale – ha commentato il professore Maimone Ansaldo Patti, delegato Almalaurea per Unime – il dato deve essere letto alla luce della particolare congiuntura economica, creatasi a seguito dell’emergenza sanitaria che da più di un anno colpisce tutto il mondo. Ed invero il tasso di occupazione dei laureati triennali ad un anno dal conseguimento del titolo è pari al 59.5%, in leggero calo rispetto all’anno precedente. Di contro aumenta la percentuale di coloro che hanno iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento della laurea (74%, superiore alla media regionale).”

Anche la retribuzione netta mensile appare in linea con il dato regionale e nazionale, mentre il tasso di occupazione dei laureati magistrali ha subìto una flessione di circa due punti rispetto all’anno precedente. Ma anche in questo caso, il dato va letto alla luce della crisi innescata dalla pandemia nell’ultimo anno e mezzo.

I dati nel dettaglio:

 

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