MESSINA. «Un’inaccettabile caccia alle streghe, fatta di video (non immagini colte dalle videotrappole, ma frutto di un pedinamento. Già la fattispecie si commenta di per sè) registrati e diffusi in totale violazione della privacy di quel cittadino accusato di aver compiuto un atto contrario alle regole. A questo si sommano sfottó, gogna social e persino filastrocche. La cosa sarebbe già tremenda così. Si aggiunga poi che il promoter e diffusore di questa prassi è il primo cittadino e il quadro è ancora più tragico. “Quo usque tandem abutere, Catenino, patientia nostra?”» Così Eleonora Urzì Mondo, membro del comitato promotore regionale siciliano di Azione e referente del Gruppo Messina Città Metropolitana in Azione.

«Al cospetto di queste condotte bisogna necessariamente porsi su un piano di condanna. “Senza se e senza ma”! (Cit.) Detto questo, ovviamente, se la condotta contestata al cittadino è meritevole di sanzione, venga erogata. Ma, per carità e decenza, si riporti tutto a toni, luoghi e modi adeguati a ruoli e contesti. Ciò a cui assistiamo è deleterio e divide in modo sempre più profondo la nostra società in tifoserie o, ancor peggio, followers, all’interno di dispute social inaccettabili”, conclude.

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