Ben 12 piani in pieno centro per 34,25 metri di altezza. Proprio di fronte all’Istituto Nautico, la Vita Srl ha quasi completato il vertiginoso edificio i cui ultimi piani promettono una spettacolare vista sullo Stretto. Già spicca, infatti, tra le palazzine “nane”: di due piani appena il palazzo adiacente. Di due piani anche il palazzo anni ’30 che è stato demolito e che l’alta costruzione va a sostituire. Si trova in via Oddo delle Colonne, tra la via Industriale e la via La Farina e non a caso la pubblicità, che già un anno fa campeggiava per la città, sponsorizzava una “alta qualità della vita”. Il palazzo infatti non tocca soltanto vette mai viste prima a Messina ma si tratta perfino di un fabbricato ecosostenibile con tanto di giardino verticale. E sono numerose le offerte ad impatto zero che il cartello della società di costruzioni elenca, prima tra tutte la produzione autonoma di energia fotovoltaica, ma anche l’acqua calda prodotta dal solare termico che promette costi di gestione con un risparmio dell’80 per cento, grazie ad impianti a basso consumo, e perciò a basso costo, anche per l’illuminazione. L’elenco prosegue ancora con il recupero delle acque bianche, il garage su due livelli, i pavimenti termici radianti e, manco a dirlo a questo punto, la raccolta differenziata interna all’edificio. I progettisti, Antonino vita e Manuela La Rosa, pare abbiano tratto ispirazione dal milanese Bosco Verticale dell’architetto Stefano Boeri, vincitore dell’International Highrise Award, un progetto sostenibile del quartiere Porta Nuova.

Un edificio anche quello di Messina con uno spazio verde verticale a forma di imbuto, gli appartamenti andranno infatti da un minimo di 40 ad un massimo 150 metri quadri. La costruzione dell’alta ma stretta palazzina, quasi una torre appunto, rientra nel Piano Casa del 2015, prorogato al 2016 con deroghe in altezza e ha subito uno stop di due mesi nel 2015 per alcune irregolarità: i lavori erano iniziati col silenzio assenso che però in questo caso non poteva essere sufficiente, per esempio. Un’edilizia che guarda al futuro quella di via Oddo delle Colonne, sempre che quel futuro ce l’abbia a tutti gli effetti: poco più avanti le sorti del nuovissimo stabile che ha sostituito palazzo Colapesce sembravano assicurate, tanto che la Soprintendenza decise per accettare che il progetto edilizio iniziale si arricchisse di una variante per inglobare i resti archeologici venuti alla luce in via Samperi. Peccato che l’edificio non sia stato ancora neanche terminato dopo 10 anni, una parte del marciapiede di via La Farina è ancora ostaggio dei lavori, e che molti appartamenti siano rimasti invenduti.

 

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