MESSINA. Prosegue il botta e risposta fra il vicesindaco di Messina Carlotta Previti e sei associazioni in merito alle “quote rosa” e alla presenza di donne in Giunta. Una polemica nata in seguito ad alcune dichiarazioni riportate da un quotidiano locale e attribuite all’assessora («La Giunta De Luca prima in assoluto per le quote rosa», è il titolo dell’articolo in questione), contestate nel pomeriggio di ieri da Articolo Uno Messina, Cambiamo Messina dal Basso, Messinaccomuna, Partito della Rifondazione Comunista, Più Europa e Rete 34+, che in un comunicato stampa hanno fornito un elenco di dieci città metropolitane sostenendo come Messina non fosse affatto la prima (e di fatto non lo è).

Immediata la controreplica di Carlotta Previti, secondo la quale “il numero delle quota rosa nelle giunte comunali indicate è palesemente errato sia in ordine al dato numerico fornito che al significato dell’intervista da me rilasciata, totalmente travisata”.

«In merito all’articolo pubblicato in data odierna sul sito della testata giornalistica on line Lettera Emme (non è ben chiaro perché venga citata questa testata, essendo una nota ripresa anche da altri giornali, ndr) dal titolo: “Città con più donne in giunta sei associazioni contestano la vicesindaca Carlotta Previti”  – scrive – si precisa che: “quanto rappresentato dalle sedicenti associazioni circa il numero delle quota rosa nelle giunte comunali indicate è palesemente errato sia in ordine al dato numerico fornito che al significato dell’intervista da me rilasciata totalmente travisata. Per quanto concerne il dato numerico le “associazioni” hanno: 1.)  inserito (o meno) la figura del sindaco a seconda si trattasse di una donna e ciò al solo all’esclusivo fine di falsare le percentuali e conseguentemente la triste classifica facendo sembrare Messina tra le ultime città; 2.) inserito solo le Città Metropolitane più virtuose omettendo le città Metropolitane meno virtuose (ad es. Palermo e Catania) anche in questo caso con il solo esclusivo fine di far apparire la Giunta di Messina in fondo alla loro presunta graduatoria; 3.) inserito Città non Metropolitane particolarmente virtuose (Livorno) scelte per il medesimo intento di falsare il dato per rappresentare una realtà distorta. Confermo – prosegue – quanto da me già dichiarato: Messina è certamente tra le giunte comunali più rosa a livello nazionale, ma l’oggetto delle mie dichiarazioni, che evidentemente non è stato compreso dalle “associazioni”, non era solo il dato numerico (che di seguito viene riportato corretto) ma come alla rappresentanza femminile siano state affidate dal sindaco De Luca, deleghe di particolare importanza e peso sociale che, pertanto, con il loro agire incidono grandemente sull’azione amministrativa della città di Messina».

Carlotta Previti fornisce quindi un suo elenco, “epurato da ogni volontario refuso che ha fatto cadere in errore il giornalista che ha pubblicato incautamente l’articolo senza effettuare le necessarie verifiche sulla veridicità dei dati riportati”, nel quale manca Bologna (così come nel comunicato delle sei associazioni) e non viene considerata nel computo la presenza dei sindaci in Giunta (due le donne, a Roma e Torino), sebbene la norma preveda che nel conteggio vada presi in considerazione. In entrambi i conteggi, in ogni caso, Messina non è la prima in assoluto per le quote rosa.

L’elenco secondo la vicesindaca (fra parentesi il conteggio effettivo considerando i primi cittadini):

  1. Napoli 54%: 5 assessore su 9 (sono 6 su 12 compreso il sindaco, ndr)
  2. Firenze 50%: 5 assessore su 10 – Vicesindaco donna (5 su 11, con il sindaco, ndr)
  3. Genova 45%: 5 assessore su 11 (5 su 12 con il sindaco, ndr)
  4. Messina 44%: 4 assessore su 9 – Vicesindaco donna (4 su 10 con il sindaco, ndr)
  5. Bari 44%: 4 assessore su 9 (4 su 10 con il sindaco, ndr)
  6. Reggio Calabria 44%: 4 assessore su 9 (4 su 10 con il sindaco, ndr)
  7. Cagliari 44%: 4 assessore su 9 (4 su 10 con il sindaco, ndr)
  8. Milano 41%: 5 assessore su 12 – Vicesindaco donna (5 su 13 con il sindaco, ndr)
  9. Roma 41%: 5 assessore su 12 (6 su 13, compreso il sindaco Virginia Raggi, ndr)
  10. Venezia 40%: 4 assessore su 10 (4 su 11 compreso il sindaco, ndr)
  11. Torino 36%: 4 assessore su 11 – Vicesindaco donna (5 su 12 compreso il sindaco Chiara Appendino, ndr)
  12. Palermo 20%: 2 assessore su 10 (due su undici compreso il sindaco, ndr)
  13. Catania 9%: 1 su 11.
  14. 14. Bologna (4 su 11, compreso il sindaco, ndr). 

«Appare incomprensibile e quantomeno paradossale – prosegue – che le stesse associazioni (Art. 1 Messina,  CMDB, Messinaccomuna, Partito Rifondazione Comunista, Più Europa e Rete 34 +), a ricordo della scrivente tutte a sostegno della precedente amministrazione Accorinti, non abbiano mai ricordato che durante tutto il periodo dell’amministrazione da loro sostenuta nella composizione di quella giunta vi  fosse solo una donna con delega alle Pari opportunità (circostanza non presente nella nota, ma correttamente riportata da questa testata, ndr) nonostante i richiami da più volte giunti della Consigliera provinciale alle pari opportunità e dal suo stesso assessore donna. Per finire citerei con rammarico le ormai famigerate parole di Renato Accorinti al momento della presentazione dell’ennesimo assessore uomo ed in risposta alle numerose critiche circa l’ennesima occasione persa per rispettare la legge sulle quote rosa: “Mi conoscete. Ho fatto battaglie a favore dei ROM e di tutte le categorie… come pensate che possa avere qualcosa contro le donne? Non ho nominato un assessore donna solo perché non ne ho trovato una con le competenze”.  Faccio fatica a leggere affermazioni del genere così sideralmente distanti dal pensiero e dall’agire del mio Sindaco Cateno De Luca», conclude.

 

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