MESSINA. La notizia non stupisce nessuno, ma un po’ di disagio dovrebbe provocarlo: la Sicilia è ultima nella classifica italiana delle regioni più virtuose nella raccolta differenziata. Di fronte ad una media del 47,6%, e diametralmente opposta al Veneto, che differenzia oltre il 68% dei suoi rifiuti, nell’isola la percentuale è appena del 12,8%. Un risultato catastrofico, al quale si affianca un dato ancora più inquietante: e cioè che, in un trend crescente per tutte le regioni, la Sicilia mostra una lieve flessione, passando dal 13.3% del 2013 al 12,8 del 2015. Lo riporta la classifica stilata dal Corriere della Sera che cita il rapporto rifiuti urbani 2016 dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e che prende spunto dall’emanazione, vent’anni fa, del decreto Ronchi, che introduceva e normava la raccolta differenziata in Italia, e che sarà oggetto del bilancio sulla gestione dei rifiuti e del riciclo che la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile presenterà oggi a Roma alla Camera dei Deputati.

Non è solo l’ultima posizione ad allarmare, ma anche la distanza che separa la Sicilia dalle altre regioni: la penultima, la calabria, ricicla il 25% dei suoi rifiuti, compiendo un notevole balzo dal 14,8 del 2013. Ad essere ferma al palo, insomma, è solo la Sicilia.

Parte delle colpe della vergognosa performance è dei grandi centri isolani: la città metropolitana di Palermo, infatti, differenzia appena il 7,8% dei rifiuti, mentre le normative europee imporrebbero una differenziata del 60%. Non che nel resto delle province il risultato sia migliore: Siracusa si ferma appena sopra Palermo, al 7,9%, Messina oltrepassa di pochissimo la decina (10,1%), Enna si ferma al 10,8%. Le altre superano la media regionale, ma si fermano a percentuali pessime: Agrigento al 14,1%, Catania al 14,7, Ragusa al 14,8, mentre solo Caltanissetta e Trapani sfondano la soglia del 20%, rispettivamente col 20,7% ed il 24,3%.

Un disastro provocato in massima parte dai capoluoghi, se è vero che nei piccoli centri la differenziata è alle stelle: a Campofiorito, in provincia di Palermo, gli ultimi dati riportano addirittura uno strabiliante 91,7%, mentre a Messina, Furnari e Santa Teresa di Riva portano in differenziata il 78% dei rifiuti. Secondo i dati Ispra del 2014, Messina città differenzia il 7,60% dei suoi rifiuti. La buona notizia è che il porta a porta partito nei villaggi periferici sfonda il 65%. Quella pessima è che in città la media crolla clamorosamente.

Un disastro che in parte è mitigato dalla comunicazione che Salvo Cocina, responsabile regionale per l’Ufficio Speciale dei rifiuti ha comunicato in conferenza stampa a fine gennaio, sostenendo che nell’isola la raccolta differenziata è creciuta del 6% da giugno a novembre 2016 (i dati Ispra sono aggiornati al 2015), passando dal 15,41% al 21,05%.

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