MESSINA. Sono passati trent’anni da quando si è iniziato a parlare del depuratore da realizzare a Tono, opera approvata in linea tecnica nel 1992, che avrebbe l’obiettivo di completare la depurazione per la città di Messina anche nella zona nord (al momento la raccolta di acque reflue avviene con l’impianto di Mili e si interrompe a Grotte, e si ovvia con impianti più piccoli), ma che fino a questo momento resta un nulla di fatto, nonostante faccia parte delle azioni di compensazione del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto e nonostante quasi due anni fa sia arrivata l’autorizzazione da parte della Regione Siciliana che sbloccava i 40 milioni di euro necessari per il completamento dell’opera, e un anno fa l’avvio delle procedure di esproprio). L’ultimo aggiornamento sulla situazione per cui, solo fino al 2019, i messinesi hanno pagato una sanzione di circa 6 milioni di euro, arriva dall’attuale Giunta comunale, che il 22 marzo 2024 ha siglato un accordo con il Commissario straordinario per la Depurazione di Palermo, Fabio Fatuzzo, approvato poi dalla stessa Giunta del sindaco Federico Basile mercoledì 3 aprile. A luglio scorso è stata assegnata una gara di progettazione per 653mila euro.

Cosa prevede, quindi, l’accordo per la costruzione del nuovo impianto di depurazione a Tono e dei collettori fognari per il convogliamento reflui fognari zona costiera da Fiumara Guardia a Villaggio Spartà e i vicini villaggi collinari? L’atto d’intesa è composto da quattro articoli, che regolano l’attività di direzione dei lavori, gli espropri e le attività di controllo.

Innanzitutto, “il Comune si impegna a garantire, tramite i propri uffici tecnici ed amministrativi, l’attività del Direttore dei Lavori e l’espletamento delle funzioni necessarie alla gestione operativa delle procedure espropriative per l’attuazione dell’intervento – si legge nell’accordo – nonché l’assistenza amministrativa necessaria alla predisposizione degli atti e agli adempimenti imposti al commissario. Resta a carico del Comune l’organizzazione ed il coordinamento, anche logistico, del proprio personale tecnico ed amministrativo necessario al corretto ed efficace svolgimento dei compiti oggetto del presente atto di intesa”.

“Il Direttore dei Lavori (incarico assunto dall’ingegnere Pietro Certo, ndr) dovrà rilasciare, prima dell’avvio della procedura di scelta del contraente, attestazione sullo stato dei luoghi con riferimento all’accessibilità delle aree e degli immobili interessati dai lavori secondo le indicazioni risultanti dagli elaborati progettuali”, continua il documento, che poi determina gli assistenti che coadiuveranno il direttore dei lavori: un direttore operativo impianti, un direttore operativo Geotecnica-Strutture, un direttore operativo Idraulica e tre ispettori di cantiere. Tutti individuati dal Commissario Straordinario Unico.

Ancora, “dovrà essere prodotta, almeno in corrispondenza di ogni Stato di Avanzamento Lavori ed in caso di problematiche o esigenze specifiche, una relazione al Responsabile Unico del Progetto sull’andamento tecnico – economico dei lavori. Dovrà essere, altresì, garantita la redazione di tutti gli elaborati ed atti tecnici necessari (relazioni, domande, atti economici, contabili e grafici) alla perfetta e completa realizzazione dell’opera […]. Dovrà essere predisposta la documentazione finale per il collaudo sia statico che amministrativo […]. Dovrà inoltre essere effettuata la verifica del rispetto delle previsioni di cui al programma dei lavori contrattuali, la programmazione temporale dei lavori, nonché la definizione delle modalità di svolgimento delle operazioni di cantiere, entro il termine concordato con il Responsabile Unico del Progetto nel rispetto delle previsioni regolamentari”, si legge nell’atto d’intesa, che poi specifica anche l’ammontare dei corrispettivi destinati all’ufficio di direzione dei lavori.

Sugli espropri, il Commissario (Autorità espropriante) delega il Comune (Beneficiario dell’espropriazione) all’esercizio di una serie di funzioni necessarie alla gestione operativa delle procedure espropriative connesse alla realizzazione del depuratore, “in nome e per conto dell’Autorità espropriante e d’intesa con essa”. Tra le funzioni, c’è l’invio agli interessati di tutte le comunicazioni e notifiche di legge, con il reperimento degli indirizzi di contatto degli intestatari dei beni interessati dall’esproprio; l’esecuzione del decreto di esproprio; la gestione del procedimento di determinazione provvisoria e definitiva delle indennità di esproprio/asservimento e occupazione temporanea; la gestione del pagamento o deposito dell’indennità provvisoria/definitiva; e l’espletamento di tutte le pratiche notarili e catastali necessarie.

Sulle spese connesse alle procedure espropriative, l’accordo richiama il piano particellare d’esproprio del progetto esecutivo, che “riporta la stima delle indennità di esproprio, asservimento e/o occupazione temporanea, determinate in sede di progettazione esecutiva, tuttora in vigore, nonché delle spese connesse alla procedura, per un importo complessivo pari a € 1.285.000,00“. Proprio ai fini della gestione, da parte del Comune, della liquidazione delle indennità (e per cui al Comune è riconosciuto un indennizzo di 50mila euro), “il Commissario trasferirà al Comune le somme determinate. Sarà onere del Comune curare, ove necessario, la costituzione dei depositi amministrativi a garanzia delle indennità di esproprio, asservimento e/o occupazione temporanea presso la Ragioneria Territoriale dello Stato”, prosegue l’atto d’intesa, che poi determina le modalità di spesa, rendicontazione e di richiesta di eventuali altre risorse necessarie, nonché di controllo e per cui “il Comune è tenuto a informare il Commissario in merito a tutte le attività intraprese e al rispetto delle tempistiche di legge della procedura espropriativa”.

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