MESSINA. Due volte deputato nazionale nelle file di Forza Italia, nel 1996 e nel 2001. Ma di fatto un uomo per più stagioni: Nino Gazzara, avvocato cassazionista messinese, è amato da più parti. Dopo la mancata candidatura alle successive elezioni, sarà, per esempio, nel pool dei 15 legali nominati da Giuseppe Buzzanca al Comune con un aggravio di spesa per le casse comunali che allora fece scalpore. Tra i 15 avvocati del Comune, Gazzara figura già in quota Mpa. Sarà infatti Raffaele Lombardo a nominarlo commissario straordinario del Cas nel 2012. E dal Consorzio non si schioderà più. Considerato politicamente vicino a Beppe Picciolo, sarà Rosario Crocetta a mantenere il suo ruolo, nominandolo vice presidente. “La scelta di Gazzara a vice presidente del Cas è stata fatta dal presidente della Regione, che aveva qualche perplessità in merito, ma che Rosario Faraci (il presidente attuale del Cas, ndr) ha voluto fortemente giustificando la sua nomina in quanto memoria storica del consorzio”: così riferisce ai magistrati Stefano Polizzotto, capo gabinetto della segreteria di Rosario Crocetta.

Era vice ma in realtà era il vero Deus ex Machina; il suo “peso decisionale in seno all’ente pubblico- sottolinea il gip, Salvatore Mastroeni – risulta essere di gran lunga superiore a quello del presidente e dello stesso direttore generale”. Ed è con questo “peso decisionale” che, secondo l’impianto accusatorio, Gazzara ha ottenuto due assegni di consulenza – rintracciati dagli investigatori durante una perquisizione nella sede di Pachira – per una somma di 30.500 euro da parte della Pachira Partners a gennaio e a marzo del 2015, la società “vuota” che secondo gli inquirenti è stata utilizzata per giustificare le tangenti sull’appalto incriminato: “Un fondo sostanzialmente corruttivo di ben un milione e seicentomila euro, gravato sull’appalto” solo per le consulenze. Due fatture rintracciate ma secondo un ingegnere di Condotte spa, uno dei responsabili del cantiere Siracusa – Gela  “l’avvocato Gazzara ha nascosto 300mila euro”, così si legge tra le intercettazioni riportate dal gip

Condotte Acque Spa si era aggiudicata l’appalto, aveva poi subappaltato consulenze esterne a Pachira Partners, che aveva fatturato consulenze al vice presidente del Cas, sebbene con altri voci esplicative: per questo da ieri Gazzara si trova in carcere per corruzione. Il tutto accertato dalle indagini attraverso intercettazioni e sequestri di documenti che hanno svelato una fitta comunicazione tra Gazzara e Armonium della Pachira partners, anche lui in carcere da ieri.

Il “pizzino” di Gazzara. Dopo la notifica della proroga del termine di indagine, cioè dopo aver saputo di essere indagato,  era cambiato: “Teneva un atteggiamento improntato ad una sempre maggior cautela durante i colloqui telefonici con Armonium, con cui continuava a parlare dei diversi affari senza fare più alcun cenno, però, a vicende strettamente legate all’appalto. Ciò nonostante, si aveva riscontro tangibile del permanere dei rapporti tra Armonium e Gazzara”. Gli inquirenti lo deducono da un episodio eloquente: al momento della perquisizione l’8 aprile del 2016 nella sede di Pachira a Milano, si presenta Gazzara con un bigliettino in mano: “Con l’indicazione dell’importo che sarebbe stato accordato per il Sal (stato di avanzamenti lavori, ndr) in corso di approvazione in quel momento: l’appunto veniva sequestrato da personale dipendente che in quel momento si trovava all’interno dello studio”.

Ma c’è un altro messaggio che appare molto più che curioso, è il 3 aprile del 2016, Gazzara invia ad Armonium un sms con un nome: “Alessia Giorgianni“. Non un nome qualunque ma quello del pubblico ministero che ha condotto le indagini, assieme alla collega Rosanna Casabona, sull’appalto incriminato e che ha chiesto l’arresto dei due. Sms che Armonium inoltrerà a sua volta a una terza persona.

“Se voi ci siete io ci sono”. Secondo Mastroeni è questa la frase rivelatoria dei rapporti illeciti intercorsi tra Gazzara e Armonium. A pronunciarla è il primo, mentre si rivolge al secondo, in una conversazione del 27 luglio del 2015: “Se loro hanno la disponibilità ad essere effettivamente operativi usciranno molto rassicurati, ma se loro fanno la parte che hanno fatto sino ad ora, di chi protesta ma non opera usciranno molto insicuri e molto destabilizzati perché domani verrà spiegato che ora l’interfaccia sono io, il direttore non è più Technital, lo scelgo io e vi interfacciate con me e faremo tutto al meglio, se voi ci siete io ci sono”. Per questo Mastroeni scriverà: “Dal tenore dei dialoghi captati si comprende bene come il Gazzara sia l’interlocutore privilegiato di Armonium e come egli sia perfettamente a conoscenza dei rapporti tra quest’ultimo e la Cosige, tant’è che, pur essendo Vice Presidente della stazione appaltante, si è addirittura proposto di redigere uno schema di parere che Armonium avrebbe dovuto inviare allo stesso committente proprio per la Cosige (e interviene tanto per la conclusione dell’atto aggiuntivo, quanto per il provvisorio accoglimento della richiesta di anticipazione sul prezzo dell’appalto)”.

Gazzara e il grande papa. Forza Italia, Mpa, vicino a Picciolo e voluto da Crocetta. Ma nei rapporti politici di Gazzara figura pure Genovese. L’episodio è riportato nella sentenza per corruzione elettorale, passata in giudicato, di Angelo e Giuseppe Pernicone. Il 12 gennaio del 2013, Giuseppe Pernicone contattava Paolo David e gli chiedeva: “O Paolo, sei andato dal grande papa?”, e quest’ultimo: “sono sotto sto salendo”. Dopo qualche ora si registrava una telefonata tra Francantonio Genovese e David, il quale subito dopo, contattava il commissario straordinario Gazzara per un incontro che gli veniva accordato: “Ti chiedo scusa, io sono ancora in segreteria dice Francantonio che sta uscendo ma io posso venire lunedì a trovarla?” “Sì ci mancherebbe, certo, con piacere”: notizia della quale rendeva tempestivamente edotto il Pernicone. Qualche giorno dopo – nel corso di una conversazione con D’Arrigo Elisa – si aveva conferma che David aveva effettivamente colloquiato con il commissario del Cas”. L’interesse dei Pernicone, imputati per associazione mafioso nell’ambito del processo Matassa, era di entrare nell’elenco delle ditte di fiducia del Cas. Interesse registrato in una telefonata tra Giuseppe Pernicone e la madre, Maria Cento:

Peppe!Mà!Eh! Ciao, a mamma!U papà?Eh! Ccà è! Chi c’è, (cosa)? [VOCI SOVRAPPOSTE] 

C’ha diri mi.. No, no, c’ha diri mi.. ricoddicci mi ci telefona a PAOLO DAVID e mi ci dici chi ni videm..  ti ricoddi mi ci telefoni a PAOLO DAVID?Sì, sì! M’u ricoddu 

Eh! S’u ricodda

Mi ci dici e ci.. e cinqu ni videmu o bar ddà, unni ristammu cu papà 

Mi ci dici chi e cinqu bi viditi.. dici chi c’ha telefonari prima però!E cinqu era? Aspetta, aspetta PEPPE!Di.. ma picchì non ghiami ‘nto mei?Ah?Picchì non ghiami..Eeh.. vabbè, cetti voti (capita) chi non rispunni. Eh.. e cinqu e un quattu ni videmu o bar ddà?! E cinqu e menza avemu appuntamentu unni.. a unni GAZZARA Eh! E cinqu e menza avemu appuntamentu, pecciò e cinqu e un quattu ni videmu ddà!Ni videmu ddà, va! U ghiami tu a PAOLO DAVID? (Eh!)Picchì vulia chiamatu i mia e quattru e menzaSì, sì, e quattru e menza u ghiamu, sì!U chiami.. Ah, u poi ghiamari puru uora! C’è bisognu m’u chiami e quattru e menza?!Ora?Eh! Noo! Dicu, si t’ha cuccari, u poi chiamari puru uoraVabbè, ora videmu! Ora u ghiamu, va!Vabbò! Ni videmu chiù taddu, va! CiaoCiao.

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