MESSINA. Centinaia di commenti sui social, comunicati stampa, polemiche e meme satirici. Com’era prevedibile ha fatto molto discutere in città l’ordinanza per contenere il coronavirus annunciata dal sindaco Cateno De Luca, che di fatto impone la chiusura di quasi tutti gli esercizi commerciali della città. A finire al centro delle critiche, oltre ai contenuti in sé, sono anche le modalità comunicative scelte dal primo cittadino, autore di numerosi video e post sull’argomento.
Fra i commenti più duri c’è quello di MessinAccomuna, che accusa di fatto De Luca di “speculare anche sul coronavirus”.
«Purtroppo – scrivono in una nota, riportata di seguito – il sindaco fa campagna elettorale anche sul coronavirus. “Fiuta” che in questo momento la gente apprezza i provvedimenti drastici e …voilà: diventa più realista del re! Fino a ieri, faceva scendere i croceristi e dichiarava che non ci si doveva lamentare per la transumanza di ritorno dei figli dal Nord (sai com’è, son pur sempre centinaia di famiglie che votano…). Oggi, visto che la severità piace, se ne esce con l’annuncio impossibile di un “coprifuoco” e la promessa di un’ordinanza nulla ai sensi di legge, già sbugiardata dal Presidente Musumeci e liquidata con un “non pervenuto” dalla Prefetta. De Luca sa perfettamente che, purtroppo, entro i prossimi 7-10 giorni è probabile un’escalation dei casi conclamati di COVID-19 a Messina e cerca di “saltare addosso” anche a questo possibile futuro evento con inaccettabile sciacallaggio preventivo. Promette un’ordinanza-burla da sceriffo di paese e quando dovesse essere impugnata e i contagi aumentare, griderà ai quattro venti che se gli avessero fatto fare quello che voleva… Pura speculazione preventiva. Anche il richiamo ai posti-letto della rianimazione è mal fatto e fuorviante: Messina ha più di 50 posti-letto di rianimazione (più di 70 nel territorio metropolitano); 10 sono quelli al momento liberati per il COVID-19, e si sta lavorando per aumentarli sotto la regia della Perfetta e nell’assenza del Sindaco. Non è detto si rivelino sufficienti e potrebbe anche essere necessario affrontare restrizioni maggiori. Ma uno che il sindaco “lo sa fare”, sa perfettamente che in questo momento i poteri sono tutti concentrati sul Governo. Lui stesso aveva detto domenica ai Consiglieri Comunali che non poteva discostarsi dal DPCM. Perfino i governatori di Lombardia, Veneto e Piemonte “chiedono” al governo provvedimenti maggiormente restrittivi per i loro territori: “chiedono”, non “adottano”, perché sanno di non averne il potere. Stamattina c’era una videoconferenza dei 12 Sindaci Metropolitani d’Italia proprio sull’emergenza sanitaria. Tutti presenti tranne De Luca, che invia Dafne Musolino, un assessore comunale che, senza ruolo per la Città Metropolitana, non può sedere a quel tavolo. Avesse avuto a cuore Messina, avrebbe discusso coi suoi colleghi, avrebbe spiegato necessità specifiche, avrebbe sentito con le sue orecchie il Presidente dell’ANCI dire a tutti i Sindaci: “Questa è una situazione di emergenza e ognuno di noi deve svolgere il suo dovere. Il nostro è di seguire le indicazioni: non è pensabile procedere in modo sparso, seguendo isterie o magari consenso”. Ognuno al suo posto, servendo in umiltà la città e interloquendo se necessario col Governo regionale e con quello nazionale. Invece De Luca insegue il consenso, con atti illegittimi ma, secondo lui, “a effetto”, da buttare lì per poterli poi recuperare quando dovesse servire! Fino a ieri, nessun comunicato ufficiale a sostegno dei provvedimenti in essere, improvvisamente l’annuncio di un’ordinanza da podestà, condivisibile nell’intendimento pratico, non nei tempi (fino a ieri dormiva) nè nei modi (il solito tono minaccioso). E non una parola di incoraggiamento alla città e di ringraziamento ai cittadini che tengono un comportamento responsabile, avendo compreso la gravità della situazione. Messina ha bisogno di altro. Ha bisogno di chi non pensi a tornaconti elettorali, di chi si dedichi davvero con amore e servizio alla comunità dei cittadini che amministra. Affrontiamo adesso insieme questa grave emergenza, facciamolo TUTTI con serietà, responsabilità, generosità, senso del dovere e delle istituzioni. E poi voltiamo pagina, cambiamo il registro della comunicazione e della gestione della città».
Molto duro anche l’ex candidato sindaco del centrosinistra Antonio Saitta:
«L’ordinanza del Presidente Conte – scrive su Facebook – conferma la bontà delle mie considerazioni di ieri: Il Sindaco De Luca ha messo in piedi un’operazione cinica di propaganda politica, giuridicamente inefficace, buona solo ad accrescere la confusione e le difficoltà dei messinesi. I Sindaci possono emettere “in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti” (art. 50 del Testo Unico enti locali in base al quale ha agito). Quindi possono essere adottate solo per emergenze locali (e il Coronavirus è mondiale) e i provvedimenti devono essere urgenti (ed è ridicolo dichiarare l’urgenza e fare entrare in vigore l’ordinanza dopo due giorni). L’ordinanza del Sindaco copia in parte vecchi provvedimenti del Governo (e, quindi, è superflua) o adotta misure che non ha i poteri per fare e, comunque, in contrasto con quelli nazionali. Ad esempio, “Il divieto di ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dal territorio del Comune” (che significa bloccare treni, navi, pullman, autostrade, cioè isolare Messina e la Sicilia), la chiusura degli studi, anche medici, e dei laboratori di analisi, la chiusura degli ottici e delle edicole (chi rompe gli occhiali che fa? Nessuno si può più informare?). Non si capisce quali siano i settori del commercio all’ingrosso e della produzione di servizi possibili (chi rifornisce le farmacie, gli ospedali, gli alimentari, i benzinai?). Proprio per evitare questo caos, il governo con l’art. 35 del D.L. n. 9/2020 ha vietato ai sindaci di fare simili ordinanze. Mi si accusa di fare politica, di preoccuparmi della legge e non della salute dei cittadini. È esattamente il contrario: la nostra vita può essere protetta se ci comportiamo tutti con responsabilità e ragionevolezza, se rispettiamo competenze e ruoli di ciascuno. Questo vale per l’ultimo come per il primo cittadino, che invece a Messina si vanta, per chi ci vuol credere, di dettare la linea al Governo e invece aumenta solo panico e confusione con provvedimenti di pura propaganda, sostanzialmente inutili, illegittimi e quindi dannosi. Meno male che a Roma esiste un governo con la testa sulle spalle e che altri 8999 comuni d’Italia non hanno sindaci simili al nostro. Mi auguro che chi ne ha l’autorità intervenga per fare chiarezza a beneficio di tutti noi».
Fra i primi a intervenire, ieri, già prima della diretta di De Luca, anche il capogruppo del M5s Andrea Argento:
«Domenica scorsa abbiamo fatto un incontro tra Consiglieri Comunali e Sindaco dove lo stesso primo cittadino ha dichiarato che non può prendere nessun provvedimento differente da quanto espresso nei DPCM, al massimo ribadirli. Non ha nè titolo nè autorità per farlo. E lo sa benissimo! Ora, per quale santo motivo deve fare la solita sceneggiata per prendere in giro i messinesi ed autodipingersi come lo sceriffo del Far West agli occhi degli inconsapevoli? La deve smettere ed avere senso il massimo di responsabiltà, avrà tempo per fare ridicola propaganda».
Sulla stessa linea anche gli attivisti di Cambiamo Messina dal Basso:
«In questo momento – hanno scritto ieri pomeriggio sui social – nessun sindaco può fare ordinanze sul Coronavirus che vadano in contrasto con quanto deciso dal governo. Lo dice il decreto legge del 2 marzo scorso. Quello che i sindaci possono fare è monitorare la situazione, coordinarsi e avanzare delle richieste specifiche al governo. Cosa che stanno facendo tutti i sindaci, a cominciare da quelli metropolitani. Peccato che alla videoconferenza indetta oggi dal presidente Anci per coordinarsi proprio su questo aspetto, l’unica città metropolitana assente fosse Messina. Bisognerebbe fare buona amministrazione, soprattutto in una fase emergenziale, e non speculare sulle legittime paure della popolazione. Usare i canali istituzionali appropriati e non paventare ordinanze manifestamente impossibili, per legge, correndo semplicemente il rischio di alimentare il caos».
Numerosi anche gli appelli al Prefetto, dal sociologo Pietro Saitta al Silpol (Sindacato italiano lavoratori polizia locale).