MESSINA. Un’ora e più di diretta Facebook  per stabilire, dopo un balletto di 24 ore, che i negozi che vendono alimentari possono stare aperti dalle 7 alle 18, quelli non alimentari dalle 8 alle 14,  e i servizi a domicilio dovranno chiudere entro le 22.

E’ il contenuto dell’ordinanza, la numero 61, che l’amministrazione ha varato, valida da stasera, e che norma gli orari di apertura e chiusura dei negozi (solo quelli, perché le categorie merceologiche le ha indicate tre giorni fa il decreto della presidenza del consiglio dei ministri firmato da Giuseppe Conte). Precisazioni rese necessarie probabilmente perché , nell’annuncio dell’ordinanza della diretta di ieri, gli orari erano diversi (dalle 9 alle 15 per le attività non alimentari, dalle 7 alle 17, e riguarda chi vende beni alimentari).

Una confusione immotivata che, si spera, termina con la pubblicazione all’albo pretorio dell’ordinanza, al termine di una settimana in cui il sindaco Cateno De Luca ha trovato il tempo di emanare una prima ordinanza, farsela dichiarare inefficace dal prefetto Maria Carmela Librizzi perchè in contrasto coi dettami del decreto della presidenza del consiglio di ministri, chiedere delucidazioni, ottenerle, e poi adeguarsi (come prevedibile) a quanto stabilito dal Governo, limitandosi a normare gli orari di apertura e chiusura. E ricevere critiche anche su questo, dato che una restrizione degli orari non scoraggerà la gente dal comprare beni di prima necessità, col risultato di far aumentare file fuori e assembramenti dentro gli esercizi commerciali.

A prescindere dal Dpcm o dall’ordinanza sindacale, De Luca ha ribadito il (sacrosanto) appello a stare a casa , e ha risposto alle polemiche arrivategli dai social, tra cui chi gli ha detto che è troppo anticipata la chiusura dei negozi di generi alimentari alle 18 per chi finisce tardi di lavorare (risposta: si può andare a fare la spesa alle 7 del mattino), e chi si è lamentato per la sanificazione dei supermercati e dei panifici ogni due giorni. Risposta anche a chi ha segnalato che altrove (vedi Reggio Calabria), i sindaci hanno sfruttato meglio le loro prerogative, e hanno sospeso il pagamento dei tributi: “A differenza del comune di Torino, che dovrà pagare la Tari a marzo, a Messina si dovrà pagare a giugno, e di immediata scadenza non c’è nulla. Stiamo lavorando e siamo certi che entro lunedì avremo un provvedimento”, afferma, spiegando il motivo per cui non c’è fretta e sottolineando che hanno dato priorità a cose secondo loro più urgenti (quindi l’ordinanza “Coprifuoco”).

Per quanto riguarda l’ordinanza di sanificazione, è stato ribadito quanto detto ieri: è stata prevista una strategia in tutto il territorio urbano, compresi i villaggi, che comprende tre interventi di sanificazione complessiva. “Abbiamo preso qualche giorno in più proprio per organizzare un piano. Ci metteremo 10 giorni per tre interventi di sanificazione complessiva”.

Ancora, con l’ordinanza che riguarda il trasporto pubblico locale, “abbiamo stabilito una limitazione dei mezzi gommati e su rotaie, che viaggeranno dalle 6 alle 21. Le corse saranno garantite su tutto il territorio urbano ma saranno contratte nel numero di frequenze”, ha spiegato De Luca.

Altro argomento del giorno trattato nel dettaglio è “perché una massa di gente sta scendendo dal nord al sud”, spostamento che, ha spiegato il vicesindaco Salvatore Mondello, non era previsto. Mondello ha partecipato ad un vertice stamattina in Prefettura, quando si è deciso di disporre un cordone sanitario alla stazione marittima, agli aliscafi e alla Caronte. “Oggi ho sofferto parecchio la confusione perchè il quadro che ne è venuto fuori è complesso e ha rappresentato le criticità che attualmente il sistema ha per mancanza di numeri”, ha spiegato ancora il vicesindaco.

“Ma quelli che scendono non sono villeggianti, sono una fascia che, come è normale che sia data la situazione, vuole ricongiungersi con la sua famiglia. Si stanno registrando e sanno che devono mettersi in quarantena”, ha voluto specificare De Luca, rispondendo ad altre note che gli sono pervenute.

Ancora, durante la diretta, De Luca ha risposto al presidente Musumeci per le disposizioni alla Caronte: “Presidente, lasci che le spieghi: abbiamo messinesi che lavorano a Reggio e calabresi che lavorano a Messina. Cosa è successo oggi? Un medico è stato bloccato mentre viaggiava e gli è stato obbligato di mettersi in quarantena. In pratica, è stato paragonato ad un viaggiatore qualunque. Secondo l’interpretazione letterale dell’ordinanza regionale, si evince questo: anche chi viaggia per lavoro deve mettersi in quarantena. Presidnete, lo Stretto di Messina è un’altra cosa”.

Per quanto riguarda i tir, invece, che secondo l’ordinanza regionale dovrebbero imbarcarsi alla Caronte anziché a Tremestieri, “attualmente si stanno verificando dei lavori nel viadotto Ritiro. Già di per sè non possiamo gestire i tir se passano dalla rada San Francesco, ma con questi lavori la situazione è ancora più ingestibile: è un problema nel problema”, spiega Mondello. Il sindaco, infatti, già nel pomeriggio aveva inviato una nota al presidente Musumeci affinchè modificasse quest’altro aspetto della sua ordinanza.

Infine, l’assessore Dafne Musolino ha illustrato una tabella dove in rosso sono evidenziate le attività di cui il Dpcm ha  disposto la chiusura e in verde quelle che restano aperte. “In pratica sono molte di più le attività che restano aperte che quelle che il Dpcm chiude”, sottolinea l’assessore Musolino, facendo notare l’efficacia del Dpcm e lanciando una frecciatina (giusto per non fare polemica).

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messinese stanco
messinese stanco
14 Marzo 2020 21:32

basta! non è possibile che il mio sindaco sfrutti un momento così difficile per fare gli show inutili che fanno solo confondere i cittadini, già stressati. Io l’altro giorno per andare a fare la spesa ho aspettato 40 minuti alla fermata del tram, altro che evitare gli assembramenti. stessa cosa per il supermercato, alle 17 ora si crea ancora più confusione proprio per la chiusura anticipata.

messinese stanco
messinese stanco
14 Marzo 2020 21:37

MA poi qual è il senso del coprifuoco in aggiunta al decreto? Alle 19 esce il virus e ci infetta tutti, mentre nelle ore precedenti siamo tutti immuni? E’ una seria emergenza sanitaria, non una guerra. Detto poi da uno che sosteneva che i settentrionali sono benvenuti e “ho preso la leishmaniosi tra le baracche”.
Io finora l’ho difeso e non chiedo le Sue dimissioni solo per via del’emergenza.