MESSINA. Seduta “calda” quella di ieri in consiglio comunale, con diversi consiglieri che hanno abbandonato l’aula, facendo cadere il numero legale, dopo la richiesta di mozione di sfiducia nei confronti del collegio dei revisori dei conti proposta dal consigliere di LiberaMe Nello Pergolizzi.

Per il Pd sono usciti dall’aula i consiglieri Gaetano Gennaro e Alessandro Russo: “Abbiamo deciso di abbandonare l’aula perché riteniamo irrituale, inopportuna e priva di senso politico la richiesta estemporanea di mozione di sfiducia. Non spetta, infatti, al civico Consesso esprimere giudizi politici nei confronti di organi tecnici e di garanzia, la cui nomina, come nel caso di specie, è prevista per legge attraverso sorteggio. Riteniamo che quanto accaduto sia un episodio molto grave perché, di fatto, si è impedito al Consiglio Comunale di dibattere e votare le proposte iscritte all’ordine del giorno sulla variazione di bilancio per fronteggiare l’emergenza determinata dal Covid-19. Per questo motivo non comprendiamo né il parere espresso del Segretario Generale, secondo il quale è ammessa in casi del genere la possibilità di esprimere oralmente e senza adeguata motivazione una mozione di sfiducia politica nei confronti del Collegio dei Revisori dei Conti, né l’accoglimento della mozione d’ordine in questione da parte del Presidente del Consiglio Comunale, il quale, peraltro, non ha consentito ai vari Gruppi di esprimere la propria posizione politica sulla richiesta. La mozione del consigliere Pergolizzi non ha prodotto alcun risultato politicamente rilevante per la Città e per di più, a nostro avviso, rappresenta un pericoloso precedente che in altre occasioni potrebbe essere utilizzato strumentalmente per rimandare o impedire discussioni su temi importanti all’attenzione del Consiglio Comunale.  Stigmatizziamo, pertanto, un tale atteggiamento politico e auspichiamo che in futuro la Presidenza non consenta più che si ripetano episodi del genere. Vigileremo, infine, affinché non ricapiti che singoli consiglieri comunali utilizzino il civico Consesso per condurre guerre personali e/o per conto terzi, piuttosto che battaglie d’interesse comune per l’intera città”.

Sulla stessa linea i consiglieri del Movimento 5 stelle Andrea Argento, Cristina Cannistrà e Pippo Fusco: “Un episodio di natura squisitamente ‘politica’, nei confronti di un organismo tecnico e super partes, che ha impedito al consiglio comunale di discutere le proposte all’ordine del giorno. Altrettanto gravi – proseguono – sono il parere espresso dal segretario generale e l’accoglimento della mozione da parte del presidente Claudio Cardile , così come la ‘censura’ nei nostri confronti, dato che ci è stato impedito di intervenire”.

I consiglieri aggiungono che la fiducia, per loro, si identifica come coerenza all’indirizzo politico e presentare una mozione di sfiducia nei confronti del Collegio dei revisori è una aberrazione giuridica e politica. “Ancora questo Consiglio con il gruppo dei consiglieri che appoggia apertamente questa amministrazione non ha finito di stupirci. Vogliamo ricordare al Presidente del Consiglio coadiuvato dal Segretario  Generale che il revisore dei conti è un organo di controllo che la ha funzione di sorvegliare la spesa del denaro pubblico, e ciò non nell’interesse particolare e politico dei consiglieri del sindaco, ma nell’interesse pubblico generale, svolgendo  i proprio compiti di vigilanza e controllo in posizione di assoluta imparzialità ed indipendenza rispetto all’ente locale controllato. Non vi è a parere del Gruppo Consiliare alcun collegamento fiduciario nella fattispecie  tra organo che elegge ed organo eletto cosi come non vi è alcuna discrezionalità nel revocare l’inarico conferito ai Revisori che può essere avanzata sono nei casi previsti dal tuel”

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