MESSINA. La città dello Stretto è uno dei duemila comuni, sui quasi ottomila italiani, in cui sarà avviata la sperimentazione su larga scala dei test sierologici. L’obiettivo dell’indagine è capire quante persone hanno sviluppato gli anticorpi al Coronavirus, anche in assenza di sintomi. Attraverso l’indagine si otterranno informazioni necessarie per stimare le dimensioni e l’estensione dell’infezione nella popolazione e descriverne la frequenza in relazione ad alcuni fattori quali il sesso, l’età, la regione di appartenenza, l’attività economica.

La rilevazione è partita ieri, 25 maggio 2020, e i nominativi sono estratti dall’Istat a partire dai propri registri statistici al fine di assicurare la rappresentatività per genere, sei fasce di età e settore di attività lavorativa a livello nazionale e regionale. Le informazioni raccolte riguardano lo stato di salute e le condizioni socio-economiche del soggetto intervistato in relazione all’evolversi dell’emergenza sanitaria in atto.

Oltre al capoluogo, in provincia la sperimentazione avverrà a Alì terme, Barcellona, Capo d’Orlando, Caronia, Furnari,  Gioisa Marea, Milazzo, Mistretta, Montagnareale, Santa Lucia del mela, Sant’Agata Militello, Taormina, Torregrotta e Tripi.

Nel frattempo, la Regione ha fatto di più. In una circolare del 4 maggio, l’assessorato alla Salute ha disposto una campagna di screening con test sierologici per la ricerca di anticorpi da coronavirus. I test sono suddivisi in tre tipologie, con diversi gradi di accuratezza: i più attendibili, di tipo A, saranno riservati all’inizio, per razionalizzare l’uso dei kit diagnostico, a determinate categorie. Il test, è previsto per il personale dipendente delle strutture sanitarie pubbliche, per i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, il personale dei presidi di continuità assistenziale e per il personale di emergenza sanitaria del 118. Rientrano nella categoria anche il personale medico, psicologo e di polizia operante nell’amministrazione penitenziaria (oltre ai detenuti), il personale ed i pazienti a rischio delle strutture sanitarie private accreditate, personale e ospiti delle case di riposo (all’interno delle quali si sono scatenati molti focolai di contagio poi rivelatisi mortali), ma anche professionisti sanitari privati e specialisti ambulatoriali esterni accreditati. Per tutte queste categorie, il test potrà essere ripetuto periodicamente in base alle valutazioni epidemiologiche e clinico-sanitarie.

Per i privati cittadini che desiderassero sottoporsi al test, è previsto quello di tipo B: le strutture private accreditate potranno eseguire indagini sierologiche di questa tipologia con kit propri, con strumentazioni e metodologie idonee, che via via saranno disponibili sul mercato, per singoli utenti privati con oneri a carico dei richiedenti. Non saranno ammessi a rimborso i test per i quali non sarà stato reso disponibile il risultato sul sito qualitasiciliassr.it.

Un terzo tipo di test, C, sarà eseguito prioritariamente sul personale delle forze dell’ordine e assimilati, delle forze armate e dei Vigili del Fuoco coinvolti nell’emergenza Covid-19. I costi saranno coperti dal servizio sanitario regionale anche per volontari e ministri di culto impegnati nel fronteggiare l’emergenza, i residenti nelle zone rosse di Troina, Salemi, Agira e Villafrati, il personale delle stesse categorie che dovranno recarsi nelle isole minori anche se non direttamente coinvolti nella gestione dell’emergenza covid-19.

Cosa succede in caso di positività? I test sierologici, secondo indicazione dell’Oms (organizzazione mondiale della sanità), non possono sostituire il test molecolare su tampone, quindi i positivi devono essere segnalati all’Asp, che disporrà il tampone vero e proprio, e fino al risultato di questo porrà i “sospetti” in regime di isolamento domiciliare.

Qui tutte le informazioni per i privati cittadini che volessero eseguire il test 

 

 

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