MESSINA. Il Tribunale del Riesame conferma quasi del tutto il sequestro dell’Immobiliare Cappellani, (la clinica è gestita da un gruppo  non coinvolto nell’inchiesta e l’attività prosegue regolarmente) al centro di un ‘inchiesta condotta dalla Dia e dalla Guardia di Finanza.

I giudici hanno però restituito le quote ad Antonio Di Prima. Il Tribunale (presidente Antonino Genovese) decidendo sul ricorso presentato contro il sequestro preventivo delle quote di capitale e dell’intero patrimonio aziendale della Immobiliare Cappellani srl ha accolto la richiesta di Antonio Di Prima, annullando il decreto di sequestro relativo alle quote sociali di sua proprietà disponendone la restituzione.

Rigettate invece il resto delle richieste. Già al momento del sequestro l’avvocato Alberto Gulino, difensore di Di Prima, aveva spiegato in una nota come Di Prima fosse titolare delle quote “in prima persona, e- quindi –“in chiaro”  senza l’ausilio di prestanome alcuno”.

Secondo gli accertamenti del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza e della Dia, l’importante complesso immobiliare sarebbe stato acquistato con provviste che non sarebbero giustificate, prima esportate all’estero e successivamente fatti rientrare in Italia attraverso la schermatura di società create ad hoc. A far scattare l’inchiesta – coordinata dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto procuratore  della Dda Fabrizio Monaco –  alcune segnalazioni relative al rientro di capitali nel territorio nazionale  di partecipazioni societarie allocate in precedenza in Lussemburgo e poi regolarizzate. Risultano indagati i fratelli Dino e Aldo Cuzzocrea, noti imprenditori messinesi e Antonio Di Prima per trasferimento fraudolento di titoli e valori  mentre Dario Zaccone, ex consulente e persona di fiducia di Cuzzocrea per riciclaggio.

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