L’anima popolare e multietnica

 

Tutte le grandi realtà sono multietniche. Non è una considerazione, ma un dato di fatto. E se prima o poi la tredicesima città più grande d’Italia vorrà fare un salto nel presente (con uno sguardo nel futuro), mettendo da parte la sua anima provinciale, non potrà non tenerne conto (considerando per di più le 133 etnie che ad oggi vivono in riva allo Stretto). 

Piazza del Popolo da questo punto di vista è già all’avanguardia, ospitando da tempo culture e popoli diversi che convivono serenamente. A fare da “collante” negli anni, come spesso accade, è stato più di ogni altra cosa il cibo, a partire dall’antesignano Yiad, giusto dietro l’angolo, seguito a stretto giro di posta da negozi e attività di ristorazione etniche, sorte al fianco di trattorie storiche e nuove leve della gastronomia messinese, a dimostrazione di come arancini, focaccia e pitoni possano e debbano convivere con kebab, spezie orientali e pietanze esotiche : come allo “street food fest”, ma aperto 365 giorni all’anno.

 

 

Subscribe
Notify of
guest

1 Comment
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments
Zio Pippo
Zio Pippo
20 Novembre 2019 15:45

Si potrebbe cominciare a chiamare Piazza del popolo col suo vero nome, cioè Piazza Francesco Lo Sardo, primo deputato comunista siciliano, fondatore della Camera del Lavoro di Messina, arrestato per motivi politici nel 1926 e morto nel carcere di Poggioreale nel 1931.