di Francesco Pio Magazzù

“Bohemian Rhapsody” sta scalando le vette del Box Office mondiale, arrivando a superare quota 600 milioni di incasso proprio in queste ore. Il fascino dei Queen e di Freddie Mercury si fanno sentire, ma il fascino non sempre basta a rendere un film, un buon film. A spiegare le cinque ragione per le quali vale la pena andare a vedere una delle pellicole più discusse degli ultimi mesi è il nostro lettore Francesco Pio Magazzù, che stila un breve “vademecum” per apprezzare appieno un’opera biografico/celebrativa incentrata su una delle band  più amate, controverse, spettacolari e influenti del ‘900.

 

 

Freddie Mercury

Il frontman dei Queen è un’icona della musica mondiale, una delle voci più belle di sempre, in poche parole un pezzo della recente storia della musica. Ma dietro i baffi e quel carisma si nasconde un uomo con un carattere complesso. Per quanto il film non sia totalmente fedele alla storia della Band, la figura del cantante nato in Zanzibar è molto fedele alla realtà. La fragilità, la malattia, le emozioni, le relazioni, la sessualità, tutti quegli elementi che non si possono conoscere senza leggere una biografia saranno qui raccontati, certo un po’ romanzati, ma ci saranno. La presenza costante di Brian May e Roger Taylor durante le riprese, ha assicurato inoltre che la figura di Freddie Mercury fosse il più simile possibile al ricordo che i 2 musicisti conservano dell’amico scomparso nel 1991.

I Queen

Se il vero protagonista di Bohemian Rhapsody è il solista della Band, il film ci racconta ovviamente anche la storia dei Queen. Vedremo come sono nate alcune delle canzoni che hanno fatto la storia del gruppo, comprenderemo meglio il rapporto tra i membri della band, avremo modo di approfondire alcuni dei momenti chiave che hanno portato la band al successo. Insomma, anche se come detto non storicamente perfetto, il film ci riassume in maniera abbastanza fedele la storia umana e musicale dei Queen.

Rami Malek

Si lo sappiamo, probabilmente Sacha Baron Cohen sarebbe stato fisicamente più adatto ad interpretare Freddie Mercury di quanto non possa essere Rami con tutta la protesi dentaria. Ma dobbiamo essere onesti, in molte scene avrete la sensazione di avere davanti il frontman dei Queen, e non stiamo parlando solo degli iconici baffi e degli occhiali da sole, ma stiamo parlando del lavoro di studio svolto da Malek. L’attore è riuscito a riprodurre alla perfezione lo stile e le movenze di Freddie Mercury, soprattutto quelle che Freddie era solito fare durante i concerti. Nelle scene del Live AID sembrerà di rivedere Mercury dare il meglio di sé di fronte ai 120000 di Wembley come in quel lontano 1985. Dopo i primi 20 minuti non vedremo più un attore, ma avremo l’impressione di vedere Freddie Mercury interpretare sé stesso. Non a caso si parla di candidatura all’oscar per Rami Malek, e non ci stupiremmo se dovesse portare a casa la statuetta dorata.

Emozioni

Il film ci porta ad affezionarci a Freddie, a perdonargli quasi tutto. Rideremo con lui, piangeremo con e per lui. Ameremo quel giovane ragazzo, ammireremo quella grande star, sentiremo un brivido percorrerci tutta la schiena nel vedere i 120000 di Wembley sedotti dalla voce di Freddie, soffriremo nel vederlo prendere coscienza della sua malattia. Qualsiasi fan della Band non riuscirà a non sentirsi battere il cuore a 1000. E chi non è fan? Non potrà in nessun caso essere immune al 100% a tutte le emozioni che questa pellicola trasmette.

La Musica

È un film su una band musicale, può mancare la musica? Certo che no, le canzoni dei Queen sono presenti in tutta la pellicola, sia nei vari spezzoni che riproducono i concerti della band (ovviamente), sia ad accompagnamento dei principali momenti chiave del film. Se siete fan di Mercury e soci, non riuscirete a trattenervi dal cantare seduti su quella poltrona.

 

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