MESSINA. E’ già del 30 Giugno 2020 la notizia che il cinema Multisala UCI di Tremestieri Messina chiude, retrocedendo l’affitto ramo d’azienda a Xenon Servizi srl, il cui proprietario sarebbe lo stesso che ha il marchio “The Screen Cinemas” a Milazzo. La nuova società ha però comunicato che “non intende prendere i lavoratori in carico, nonostante le norme di legge, in quanto sostiene che al momento i cinema sono chiusi”, si legge in una nota della Uilcom Uil, nella figura del Segretario Generale provinciale Messina, Giuseppe Fazzi, che ha la rappresentanza di 7 lavoratori su 9.

E’ per questo che il sindacato ha attivato la procedura prevista per legge (art 47 legge 428\90) di consultazione sindacale con le parti in causa a seguito della comunicazione di UCI Italia S.p.a del 30 giugno 2020, che restituisce l’affitto ramo d’azienda a Xenon Servizi secondo l’art 2112 cc, che garantisce il passaggio dei lavoratori assieme al multisala di Tremestieri alla società subentrante.

“In quell’incontro in video conferenza on line, alla presenza anche dell’ANEC (associazioni Datori di Lavoro Cinema) non si riesce ad esperire la consultazione sindacale per problemi legali tra UCI Italia e Xenon servizi. E, quindi, il 28 luglio 2020 Xenon Servizi interrompe la procedura di consultazione a data da destinarsi, al fine di chiarire gli aspetti legali ed economici di riconsegna del multisala di Messina – si legge in una nota diffusa dal sindacato – Questa O.S. ha chiesto ed ottenuto che Uci mettesse, nel frattempo, in cassa integrazione Covid i 9 lavoratori di Messina, in attesa dei loro chiarimenti economici e legali”.

“Il 30 ottobre 2020 UCI Italia spa comunica alle OO.SS e ai lavoratori che le questioni economiche e legali in sospeso sul multisala di Messina sono state chiarite e che è stato firmato un verbale con Xenon Servizi sulla riconsegna dello stabile e dei lavoratori – continua la Uil – Tuttavia, dopo vari scambi di e-mail, da lì a poco, si apprende che Xenon Servizi non intende prendere i lavoratori in carico, nonostante le norme di legge, in quanto sostiene che al momento i cinema sono chiusi, non considerando che nel contesto Covid i lavoratori possono essere messi in FIS dalla data del 31 ottobre 2020, che è l’effettivo passaggio del multisala. Ciò nondimeno, questa O.S. il 2 novembre 2020, invia una pec in cui richiede la ripresa dell’esame congiunto, previsto a norma di legge, interrotto da Xenon a luglio scorso, e chiede di prendere visione del verbale sottoscritto da UCI e Xenon sulla retrocessione ramo d’azienda per il multisala e i lavoratori di Messina a garanzia dell’occupazione”.

“In assenza di risposte si è, anche, recentemente, richiesto l’intervento dell’Ispettorato del lavoro e del Centro per l’Impiego di Messina, istituzione deputate al rispetto delle regole nella salvaguardia occupazionale – prosegue il sindacato – La Uilcom ribadisce che non ha alcun pregiudizio nei confronti di alcuno (né di UCI, né di Xenon) punta solo alla salvaguardia occupazionale di questi lavoratori nella città di Messina appesi ad un filo, in particolare degli 8 lavoratori (non più 9 perché nel frattempo che i chiarimenti anzidetti avvenissero, un lavoratore è deceduto) altamente specializzati con una media di 15anni di servizio alle spalle”.

“I lavoratori dell’Intero settore cinematografico ad oggi hanno avuto la possibilità di essere messi in cassa integrazione per l’emergenza COVID, fino a Gennaio 2021, e con la nuova finanziaria a costo zero per il datore di lavoro, la cassa integrazione Covid verrà prorogata al 31 Marzo 2021 con il divieto di licenziamento – spiega la Uil – Dall’altro lato, i datori di lavoro Cinema hanno avuto svariate decine di miglia di euro a fondo perduto dallo Stato. E’, pertanto, incomprensibile la criticità occupazionale a cui sono sottoposti questi lavoratori del multisala di Tremestieri, nonostante le garanzie di legge e i supporti economici dello Stato, sia per i lavoratori, che per i datori di lavoro”.

“La Uilcom UIL Messina chiede un intervento urgente alle Istituzioni e al mondo politico per evitare che in tempo di covid, nonostante le garanzie citate, ci sia l’ennesimo scempio nei confronti del lavoro di questa città – conclude il sindacato – Questa O.S. promette che farà quanto legalmente possibile per garantire l’occupazione di questi lavoratori, ma anche per chiedere il risarcimento del danno economico che ad oggi subiscono questi lavoratori, non essendo più in cassa integrazione dal 31 ottobre 2020, né essendo licenziati, come appesi ad un filo, sospesi nel vuoto”.

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