MESSINA. «Uno studio specifico attorno all’area della SNAM, e precisamente nel triangolo Sperone – Faro Superiore – Timpazzi, per il controllo della qualità dell’aria e delle acque, e conseguente rilevamento di dati che, con cadenza periodica, siano resi pubblici alla comunità, come già effettuato dalla Città Metropolitana». È la richiesta presentata all’amministrazione comunale qualche tempo fa dai consiglieri della VI Municipalità Massimo Costanzo, Antonino Biancuzzo e Francesco Maggio, «vista l’importante presenza nel nostro territorio della centrale SNAM di pompaggio gas, che insiste ormai da decenni nell’area adiacente ai villaggi di Sperone e Faro Superiore». Richiesta a cui l’amministrazione è stata sollecitata nuovamente con una lettera del consigliere Costanzo dato l’affidamento da parte della Città Metropolitana di Messina delle attività di manutenzione e di elaborazione dati e sostituzioni di impianti per 36 mesi, nonché data una determina a contrarre relativa a una specifica gara per il Servizio di manutenzione e assistenza tecnica alla rete di monitoraggio della qualità dell’aria della durata di 36 mesi e per un impegno a base di gara di 436.680 euro

«La centrale SNAM ha senza dubbio tutte le caratteristiche in linea con le normative ambientali vigenti, e la Società autonomamente fornisce i propri dati che però, non sono stati mai resi pubblici, quantomeno come dato esclusivo della zona compresa tra Sperone – Faro Superiore e Timpazzi – scrivono i consiglieri – Siamo a conoscenza che SNAM possiede dal Ministero dell’Ambiente la certificazione AIA n° DVA – DEC – 2010 – 0000499 del 06/08/2010 e quindi garanzia dei dati rilevati a carattere nazionale», proseguono, considerando però che «non è stato mai commissionato uno studio esterno per il controllo e la qualità delle acque e dell’aria nelle zone attorno alla centrale» e che «non esiste un censimento specifico di patologie registrate nell’area in oggetto».

I consiglieri suggeriscono anche come reperire le risorse necessarie: «A tal fine suggeriamo di finanziare questo studio/monitoraggio esterno con il contributo TEFA (tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente) che i contribuenti del comune di Messina versano al comune di Messina che a sua volta riversa alla Città Metropolitana di Messina. Inoltre, al fine di avvalorare la nostra proposta chiediamo, solo per il triennio 2020/2023, l’ammontare delle somme trattenute e versate alla Città Metropolitana».

Nello specifico, i consiglieri chiedono di: «Posizionare una stazione di rilevamento atmosferico, come già in uso a Villa Dante e alla Caronte, di proprietà della Città Metropolitana di Messina (vista l’impossibilità dei mezzi ARPA) anche di tipo mobile, affinché si possano ottenere dati nell’arco delle 24 ore e per un periodo almeno di 12 mesi» e di «Avviare un protocollo d’intesa ASP e medici di base (delle zone oggetto della campagna di monitoraggio) per ottenere il quadro clinico e il piano terapeutico dei residenti in cura (in maniera anonima) filtrato per età anagrafica e patologia sempre nel massimo rispetto delle norme prevista dalla privacy».

Qui l’area da monitorare:

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