MESSINA. «Sentivo la necessità di qualche chiarimento, anche perché ritengo ingiuste le strumentalizzazioni di alcuni consiglieri di Messina». Cateno De Luca rompe il silenzio e dalla sua Fiumedinisi posta un video al fulmicotone in cui risponde ai consiglieri del Pd che avevano chiesto lumi sulla sua assenza, annunciando che farà rientro a Palazzo Zanca il 5 luglio e invitando l’opposizione a presentare una mozione di sfiducia.
«Alcuni di loro senza lo stipendiuccio di consiglieri non riuscirebbero a campare, senza il loro ruolo non riuscirebbero a fare i sensali per acquisire terreni in città per fare centri commerciali importanti, non riuscirebbero a fare l’usciere in qualche studio legale e non riuscirebbero ad essere funzionali ad alcune lobby», sbotta il primo cittadino, che sia nel filmato che nel post a corredo cita Matteo e la “parabola dei talenti”.
«Quando tornerò chiederò conto anche a loro di cosa hanno fatto», prosegue, entrando poi nel merito della sua assenza: «Mi sono assentato l’8 maggio perché mio padre è grave e ho sentito la necessità da figlio di stargli vicino. Mio padre ha bisogno di me e ho deciso di fargli questo regalo». E anche in questo caso non mancano gli attacchi ai consiglieri, che per De Luca si sarebbero permessi di strumentalizzare la malattia del genitore: «Mi fate schifo», commenta, smentendo poi l’incontro con Salvini. Nel mirino del sindaco, che anticipa una prossima relazione su quanto svolto nel secondo anno di mandato, anche Cmdb.
«La città non è ferma e sta andando avanti» specifica, lanciando il suo guanto di sfida alle opposizioni: «Adesso hanno un’arma. Possono presentare la mozione di sfiducia. La facciano e a settembre si va a votare. Ma senza il loro ruolo alcuni di loro morirebbero di fame», ribadisce, facendo riferimento ad alcuni membri del consiglio che avrebbero “pregato” per il sì al “cambio di passo” perché avevano paura delle elezioni.
«Quando tornerò chiederò atto delle vostre sceneggiate», conclude.
A intervenire sull’assenza del sindaco, nelle scorse ore, erano stati anche gli esponenti di MessinAccomuna, che hanno puntato il dito inoltre sull’uso dell’ufficio stampa da parte della Giunta e sul ricorso affidato al legale di fiducia del sindaco. Si seguito la nota:
«A metà maggio il papà di De Luca ha un grave problema di salute; la città esprime solidarietà al Sindaco che annuncia due settimane di assenza. Il 3 giugno De Luca partecipa alla Messa in fascia tricolore; una foto in Cattedrale e poi la notizia: altri 10 giorni assenza. Così il 12 giugno il Vicesindaco firma l’ordinanza anti-movida, dichiarando che il Sindaco è “assente”, giusta comunicazione del 15 maggio. Ma c’è un problema: nella tarda serata dello stesso giorno De Luca è a Palazzo Zanca, dove si riunisce con la giunta, conferendo tra l’altro un incarico al suo avvocato (Carlo Taormina) per aggredire un Decreto di Mattarella e “resuscitare” le ordinanze (scadute) sull’emergenza-Covid; poi dichiara che si prenderà altre settimane “da farsi perdonare”.
Anzitutto: un ricorso temerario per provvedimenti scaduti è danno erariale; poi, dare incarichi coi soldi pubblici ai propri legali è “inelegante” (conflitto di interesse, diremmo); infine, sorgono molte domande. La Giunta conferma contatti con Salvini per eventuale incontro, sempre giorno 12; dunque, come stanno le cose? Cosa dice la nota del 15 maggio? De Luca è assente o presente? È abile o impedito? O fa quello che vuole senza che nessuno possa dirgli nulla? Quanto scritto nell’ordinanza è vero o falso? E questo è rispetto dei cittadini, del ruolo, dell’istituzione? Chi può, ci aiuti.
Con tutto il rispetto per la salute del papà e l’augurio più sincero della migliore ripresa, non s’è mai visto un Sindaco assentarsi per un mese e mezzo, riapparendo quando gli gira, firmando gli atti che vuole e delegando quelli che gli interessano meno (bastava firmare l’ordinanza alle 23,00, preannunciandola agli interessati).
Non s’è mai vista una Giunta che usa l’ufficio stampa del Comune come sua agenzia politica per rispondere (senza farlo) alla nota politica di un gruppo consiliare. Non s’è mai sentito un assessore rispondere in aula allo stesso gruppo: “peggio per voi che non usate l’ufficio stampa”. Questo atteggiamento tradisce il modo distorto dell’amministrazione De Luca di intendere la funzione pubblica: anziché servizio imparziale alla città, strumento di propaganda. Non è la prima volta, deve essere l’ultima. Nessuno lo aveva fatto prima, e nessuno può permettersi di farlo ora».
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