MESSINA. Era stato un cavallo di battaglia del Cateno De Luca battagliero dei primi mesi della sua sindacatura, si era inabissato durante la fase “istituzionale” e la campagna elettorale, è tornato prepotentemente alla ribalta oggi, praticamente tale e quale, insieme ai “blitz”: il tema è che non si trova un dipendente, dei 200 assunti tra categoria A e B, che voglia fare l’attacchino. E il sindaco annuncia licenziamenti di massa.

“Riteniamo che circa 200 dipendenti siano imboscati”, ha tuonato De Luca, come faceva più o meno un anno fa, quando oltre agli attacchini nel suo mirino c’erano anche gli addetti alle pulizie (querelle poi rientrata). Cosa ha scatenato l’ira del sindaco?

“Quindici dipendenti che si sono rifiutati di fare l’attacchino: abbiamo quindi dovuto fare altrettanti procedimenti disciplinari”, ha spiegato in un video, scendendo poi più nei particolari. “Si tratta di dipendenti assunti come inservienti e dipendenti alle pulizia (categoria A) e specializzazione manuale (B1 e B3). Qualche giorno fa abbiamo fato una delibera per rideterminare la pianta organica: non assisteremo supini a queste sfide da parte dei dipendenti”.

Non solo. “Molti di loro erano imboscati da anni in luoghi i cui nessuno sapevano della loro esistenza. Non avevano nemmeno il badge, ma il foglio firma, e avevano straordinari e riposi compensativi: la guerra ci è stata dichiarata da loro. Qualche stronzo sindacalista ha consigliato loro di rimanere dov’è, quando abbiamo iniziato le procedure di trasferimento”, ha continuato De Luca.

La conclusione? “Stabiliremo quello che ci serve, quello che non ci serve andrà in soprannumero. E si apriranno le porte per il licenziamento. Non vorremmo, ma se la sfida è questa non ci tireremo indietro”.

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