MESSINA. «Gentile Assessore Gaetano Armao, apprendo solo dalle pagine della Gazzetta del Sud che Lei avrebbe promosso la sottoscrizione di un protocollo d’Intesa con l’ERSU per la concessione in uso dell’immobile Casa del Portuale al fine di realizzare delle residenze per studenti universitari. Pur apprezzando lo sforzo a sostegno dei nostri studenti universitari in una città priva di sufficienti alloggi Le ricordo, al tempo stesso, che dal 2007, ovvero più di 14 anni fa, questa città attende dall’ERSU la conclusione dei lavori di ristrutturazione e messa a norma della storica  Casa dello Studente di via Cesare Battisti». Inizia così la lettera scritta da Carlotta Previti, vicesindaca di Messina, all’assessore regionale Gaetano Armao, in merito alla sorte della Casa del Portuale.

«Le ricordo – prosegue – che la Sua proposta di destinare in concessione l’immobile della cd Casa del Portuale si scontra inesorabilmente con quanto deciso dalla Giunta Regionale con Deliberazione n. 447 del 13 dicembre 2019. Infatti, la Giunta di cui lei è componente, ha incluso l’area in cui sorge l’immobile in discorso nei Piani di Sviluppo Strategico della ZES Sicilia Orientale grazie all’istanza inoltrata dal comune di Messina con delibera di Giunta n° 565 del 06.09.2019 il cui decreto di istituzione è stato emanato in data 15 giugno 2020 da parte del Ministro per il Sud e la Coesione territoriale e l’area è beneficiaria di un finanziamento a valere sui fondi POC METRO 2014-2020 per un importo di oltre 70 milioni per l’istituzione dell’I Hub un distretto tecnologico per la ricerca e lo sviluppo. Pertanto, è di tutta evidenza come la circostanza sopra rappresentata che, non avrebbe dovuto essere da Lei ignorata, renda assolutamente incompatibile la destinazione d’uso dell’immobile con la sua localizzazione  rendendo il suo proposito di fatto inattuabile. Sono certa che Lei vorrà utilizzare la medesima solerzia anche nei confronti del comune di Messina che da mesi attende la cessione dell’impianto del Serbatoio Montesanto in mancanza della quale sarà inevitabile il rischio di perdita di risorse finanziarie impegnate per la realizzazione dell’opera», conclude.

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