Una frana minaccia lo svincolo di Brolo sull’autostrada Messina – Palermo. È il novembre del 2012, cinque funzionari del Cas incassano più di 39 mila euro in tutto per stabilizzare la frana. Ma di questo intervento non resta alcuna traccia – come scrive Manuela Modica sul cartaceo di Repubblica ieri – Non un documento, non un progetto che attesti il lavoro svolto. “La gran parte dei lavori non sono stati proprio fatti”, rivela Salvatore Pirrone dirigente generale del Consorzio autostrade dal 2015, riferendosi ai decreti passati al setaccio dagli uomini della Dia di Messina e Catania.  

Sono 70 in tutto in due anni, per una cifra complessiva di quasi un milione di euro erogati, o meglio, autoerogati, per funzionari e tecnici del Consorzio. Di questi 32 progetti – 15 nel 2012 e 17 nel 2013 – completamente privi di documentazione. E la frana a monte dello svincolo è solo un esempio dei tanti lavori sulle autostrade siciliane gestite dal Consorzio che hanno gonfiato gli stipendi dei funzionari e dei tecnici ma non hanno prodotto risultati né per la sicurezza, né per la manutenzione delle strade. Un dato che il gip Tiziana Leanza definisce “sconcertante”.

La legge consente ai funzionari impiegati in progetti di percepire somme non superiori al 2 per cento in più sugli stipendi, ma soltanto nel caso di appalti per manutenzione straordinaria che si differenziano per tipologia e complessità dei lavori da quelle di manutenzione ordinaria. “Straordinaria” – così recita il decreto del Cas – diventa dunque l’attività di manutenzione per il ripristino degli impianti di illuminazione degli svincoli e delle gallerie ricadenti nelle tratte autostradali della Messina – Palermo e della Messina – Catania, lavori per i quali non esiste traccia ma che hanno fruttato nel 2012 35 mila euro a sei dipendenti.

Sulle stesse tratte ancora, manutenzione, ventilazione e telecontrollo delle gallerie di cui non resta nulla se non nelle parcelle di 8 persone per un ammontare di 50 mila euro. Perfino la segnaletica orizzontale nel tratto Siracusa – Gela: 25 mila euro in più nel 2013 per i progettisti per il responsabile unico ma niente progetti. Ma ancora, lavori urgenti e indifferibili per rimuovere le condizioni di pericolo all’interno delle gallerie Petioso e Capo Calavà e messa in sicurezza del tratto Patti – Brolo: soldi, soltanto 5 mila euro circa in questo caso, sì ma niente verbali, né progetti. Neanche la manutenzione per i danni per le calamità nella tratta Milazzo – Furiano, nel 2012: non risulta nulla se non gli incentivi di 10 mila euro. Oppure la frana sull’autostrada Messina Palermo al km 90: nulla di fatto. Nell’elenco però non mancano i dichiarati lavori di “manutenzione ordinaria”, come quello per il rifacimento dell’impianto elettrico e di illuminazione della galleria Barune sulla A18.

Un sistema ben collaudato che ha travolto ieri ben 57 dipendenti del Cas su 85 (sono 350 in tutto ma 85 negli uffici di contrada Scoppo a Messina), che ora risultano indagati per gli incentivi sui progetti irregolari o inesistenti. Tratte autostradali al buio, cabine Sos da ripristinare, rifacimento del manto stradale, manutenzione ordinaria, perfino il punteruolo rosso da cui difendere le palme: interventi che hanno prodotto fino a 186 mila euro in più sullo stipendio in due anni, di cui 158 mila soltanto nel 2013: è il caso più eclatante, quello del dirigente dell’area amministrativa e dell’area tecnica, Gaspare Sceusa. Il dirigente è il responsabile di quasi tutti i decreti in cui i funzionari si autoliquidano gli incentivi: “Risulta dagli atti come firmatario, e quindi diretto responsabile, della quasi totalità dei decreti di liquidazione risultati illegittimi”, scrive Leanza.

Sceusa è anche imputato nel processo per la morte di Provvidenza Grassi, la donna scomparsa la notte tra il 9 e il 10 luglio, il cui cadavere fu scoperto sotto un viadotto dell’autostrada: la donna era caduta dalla galleria Bordonaro, imboccando uno stretto spazio tra il guardrail e le mura della galleria. La stessa che qualche mese prima frutta “incentivi” ai funzionari, più di 10 mila euro per lavori urgenti e indifferibili per rimuovere le condizioni di pericolo all’interno di quattro gallerie, tra cui quella da cui sarebbe caduta morendo, la giovane donna ma per motivi ancora al vaglio processuale. Nell’indagine della Dia c’è perfino un dipendente comunale distaccato al Cas. Si tratta di Stefano Magnisi che gode di una mensilità fissa di 1500 euro ma che nel distaccamento al Cas ha potuto ottenere grazie agli incentivi progettuali di 17 mila 431 euro nel 2013.

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