MESSINA.  La deputata messinese di Forza Italia Matilde Siracusano ha presentato un’interrogazione al ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, chiedendo l’aumento del personale nel carcere di Gazzi e il ripristino di un reparto di chirurgia, già presente all’interno della struttura e chiuso dal 2016.

«Il personale dell’istituto penitenziario – ha affermato la deputata di Forza Italia –  seppur con grandi difficoltà e con un sottodimensionamento di circa 50 unità, sta svolgendo il proprio lavoro in modo eccellente. La direzione dell’istituto penitenziario si è attrezzata per fronteggiare l’emergenza coronavirus, tanto che, è stato allestito un reparto dedicato da utilizzare per l’isolamento in caso di contagi, ed esternamente è stata collocata una tenda pre-triage dedicata ai nuovi ingressi dei detenuti, al fine di accertarne accuratamente le condizioni cliniche».

«Nell’istituto penitenziario – ha ricordato Matilde Siracusano – vi è un reparto di chirurgia che dal 2016 è stato dismesso e l’area è attualmente inutilizzata. Attualmente, per sottoporre i detenuti ad interventi di chirurgia, il carcere di Gazzi si avvale dei presidi dell’Azienda Ospedaliera Papardo, che dista circa 20 km dal carcere, con un conseguente aggravio di risorse economiche e di personale».

«Per tutti questi motivi ho presentato, alla Camera dei deputati, un’interrogazione al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, per chiedere iniziative urgenti a favore dell’istituto penitenziario di Messina, per dotare l’organico della polizia penitenziaria delle 50 unità di personale mancanti, e per riattivare tempestivamente il reparto di chirurgia già funzionante e clamorosamente dismesso dal 2016. Le recenti vicende relative alla scarcerazione di detenuti, alcuni dei quali reclusi in regime di 41-bis, dovrebbero suggerire al Guardasigilli di provvedere tempestivamente alla realizzazione di reparti clinici e di cura all’interno degli istituti penitenziari per poter bilanciare adeguatamente il principio del diritto alla salute con quello della sicurezza pubblica garantendo l’assistenza all’interno delle carceri», conclude.

 

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