MESSINA. Il ritratto di Caravaggio che non è Caravaggio (qui la vicenda) è stato inviato al comune di Messina per errore. Lo ha spiegato, con un post sulla sua pagina Facebook, l’assessore alla Cultura Enzo Caruso: qualche giorno fa l’artista avellinese Alessandro Follo ha donato al Comune un’opera, una riproduzione di quello che Caruso stesso ha presentato come un autoritratto di Caravaggio, e invece è la riproduzione di un autoritratto del “caravaggesco” francese Simon Vouet. L’opera sarebbe dovuta essere esposta nella sede dell’Assessorato alla Cultura, a Palazzo Weigert, ma prima ancora era stata esposta alla Mostra “Caravaggio. I ritratti dell’anima”, allestita durante il Convegno “Caravaggio e i Caravaggeschi a Messina”, tenutosi recentemente a Palazzo Zanca.

Caruso non minimizza l’errore, anzi lo ammette senza remore: “A proposito del ritratto di Caravaggio, siccome non ho mai condiviso la frase “’a pezza è peggiu d’u puttusu!”, io, la pezza, non ce la metto e ammetto il “puttuso”, spiega l’assessore, entrando poi nei particolari. “L’artista avellinese ha inviato al Comune l’opera sbagliata. Nella sua mail riporta testualmente: “Ringraziando l’assessore alla cultura Enzo Caruso ed il comune di Messina per l’ospitalità e la disponibilità dimostrata durante la mostra ‘Caravaggio i ritratti dell’anima’, esprimo la volontà ed il piacere di donare l’opera dal titolo “il Ritratto di Caravaggio” (olio su tela cm 120×80, 2021) alla città di Messina, in quanto città caravaggesca, affinché venga inserita nella collezione del Palazzo per l’assessorato alla cultura”.

“Consegnatomi il ritratto da Alex Caminiti (esperto del Sindaco per l’Arte Contemporanea, ndr) tenuto conto di quanto dichiarato dall’artista e vedendolo somigliante ad un “giovane Caravaggio”, anche a causa di una frettolosa ricerca sul web ( https://www.stateofmind.it/…/caravaggio-autoritratti…/) l’ho accolto e ho dato l’annuncio per gratificare il donatore (io non ho alcun merito). Sono però sorti i primi dubbi, confermati dallo stesso artista che, accortosi tramite la foto del comunicato di avere inviato l’opera sbagliata, mi ha subito contattato porgendo le sue scuse e assicurando l’invio nei prossimi giorni di quello corretto”.
Dopo la spiegazione, Caruso lancia una stoccata: “Il gran polverone sollevatosi (ricordo che si tratta comunque di una copia ben fatta e non di un dipinto attribuito a Caravaggio!) è ascrivibile a chi crede che un Assessore alla Cultura debba necessariamente essere onnisciente o, come in questo caso, uno storico dell’arte o un critico d’arte; è come se si chiedesse al Ministro della Salute di conoscere tutti i farmaci in commercio e ci si aspetti che il Ministro della Difesa sappia necessariamente guidare un carrarmato o caricare un fucile. Poichè errare è umano ed essere intellettualmente onesti è sempre meglio, gravissimo sarebbe stato perseverare nell’errore o non ammetterlo”.
La chiosa l’assessore la riserva ad una citazione di un altro artista la cui relazione con Messina è… piuttosto turbolenta. “Per tanto tempo mi sono chiesto come mai William Shakespeare abbia ambientato proprio a Messina “Troppo rumore per nulla”. È molto strano, perché noi messinesi non siamo così!”
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