Quando suonò l’ultima volta a Messina fu una ventina d’anni fa a Capo Peloro. Mentre si esibiva al piano si fermò un istante, guardò la Calabria e disse: “Che bella sensazione, però, guardare l’Italia e non farne parte”. Che lo Stretto lo ispiri lo dimostrò già in quella occasione, ma adesso vent’anni dopo quel concerto, finalmente di ritorno in città, si scatena: “Messina, città di miraggi, di aedi, di pescatori magici, di Pilone e di terra che trema”, così ha esordito sul suo profilo facebook il cantautore. E ha continuato: “Città di primi prosatori, di cadaveri che sanguinano e sudano, della “Machina” e della “Vara”…fondata da giganti e retta da un Colapesce.
Il teatro Vittorio Emanuele è sempre stato un miraggio, mai raggiunto in questi anni, e da quello iniziamo: dallo stretto, giacché le ombre nell’inverno sono la strettoia dalla quale tutti gli spettri, devono passare – ricordi e leggende incluse-…
Gli asini e i muli dei Nebrodi arriveranno fino dietro al telo per congiungersi a pesci, sante vergini, creature degli abissi e “gettati a mare”.
Tutti allo stretto, indispensabile!
V.
Conclude poi ricordando che è ancora disponibile la vendita degli ultimi biglietti: bit.ly/Vmessina
#Ombrenellinverno
Ma non si ferma, soltanto un’ora fa ha postato una foto e scritto “Che quiete danno le rive d’autunno, finalmente spoglie di corpi..e che bel limite è lo Stretto”.
Non è stata quella l’ultima volta di Capossela a Messina. Si è esibito a piazza Duomo per il concerto del capodanno 2000, assieme ad Alexia, PFM e Negrita. Altri tempi…