MESSINA – È attesa per stamattina la pronuncia del gip, Carmine De Rose, sulla richiesta di revoca dell’arresto ai domiciliari di Cateno De Luca. Il deputato Udc è stato arrestato mercoledì, 8 novembre, per evasione fiscale, un reato diverso da quello per cui è stato giudicato venerdì 10, quando è arrivata a sentenza dopo sei anni il processo sul sacco edilizio: assolto per due capi di imputazione, entrambi due episodi di abuso edilizio, accertati ma prescritti gli altri 6: dall’abuso edilizio al falso all’induzione indebita .

Sabato, 11 novembre, l’ex sindaco di Fiumedinisi si è presentato in Tribunale per l’interrogatorio di garanzia davanti al gip, lo stesso che ha firmato l’arresto richiesto dal sostituto procuratore Antonio Carchietti, che da allora aveva a disposizione cinque giorni per decidere se mantenere i domiciliari o revocarli. Dovesse mantenerli, con tutta probabilità, i difensori di De Luca ricorreranno al Tribunale del riesame.

La misura dei domiciliari era stata già inasprita martedì 14, quando De Rose ha limitato l’utilizzo di facebook al deputato. De Luca dal momento dell’arresto aveva pubblicato foto, video e lanciato messaggi contro la stessa magistratura messinese.

Comportamento stigmatizzato dalla magistratura: «Esprimiamo solidarietà e vicinanza a tutti i magistrati del distretto di Corte d’Appello di Messina di recente destinatari di attacchi violenti volti a mettere in discussione l’onestà di tutta la categoria tacciata come corrotta», così esordisce la una nota di Magistratura Indipendente.
«In particolare – prosegue la nota del gruppo di magistrati guidato da Antonello Racanelli e Giovanna Napoletano – è inaccettabile che un neoeletto rappresentante delle istituzioni siciliane, in costanza di detenzione domiciliare, ponga in essere, sia a mezzo social network sia all’interno di un Tribunale al termine di un processo a suo carico, condotte fortemente delegittimanti nei confronti della magistratura messinese definita ‘verminaiò e massonica».
«Chiediamo che la Giunta esecutiva centrale dell’Anm intervenga e prenda posizione a tutela della magistratura messinese in luogo della Giunta esecutiva sezionale, il cui intervento potrebbe prestare il fianco a strumentalizzazioni e soprattutto potrebbe pregiudicare l’immagine di terzietà di coloro che sono e potrebbero essere chiamati a pronunziarsi sulla condotta contestata al deputato», conclude la nota di Mi

 

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