MESSINA  – “In un futuro, non troppo lontano, molti tumori della mammella potrebbero evitare del tutto la chirurgia, quindi l’asportazione del seno, ed essere trattati esclusivamente con una terapia ultraconservativa, una combinazione di farmaci mirati e la radioterapia”: parole di John Crown, oncologo di fama internazionale del St Vincent’s University Hospital di Dublino, tra gli ospiti più illustri del congresso, promosso in questi giorni al Palacultura di Messina, da Mario Mesiti e Pietro Spadaro. Una lectio magistralis quella di Crown capace di suscitare l’interesse degli oltre 150 specialisti senologi presenti in sala: “Oggi la radio e la chemioterapie sono meno aggressive rispetto al passato, ci sono cure più personalizzate, e la maggior parte dei pazienti mantiene un’eccellente qualità di vita anche in corso di trattamento; ma un domani dovremo cercare di preservare completamente la mammella”. Stando ai dati, già oggi, nei due terzi dei casi, è possibile evitare l’intervento chirurgico nonostante la chirurgia ricostruttiva offra preziose possibilità di ricostruzioni “estetiche”. Crown si è poi soffermato sulla fase di sviluppo dei tumori al seno e sull’importanza degli stili di vita, evitare il sovrappeso e praticare un’attività fisica regolare; oltre naturalmente alla diagnosi precoce, chiave di volta per ogni percorso di cura contro un cancro. “Controversie e nuovi scenari nel carcinoma della mammella” è il titolo del corso, valido ai fini dell’aggiornamento medico Ecm, che ha visto la partecipazione del presidente della Lilit, Francesco Schittulli, con una relazione sui notevoli progressi compiuti dalla ricerca clinica e sul futuro della senologia. Oggi è fondamentale uapproccio multidisciplinare al tumore basato sulla stretta interazione tra diversi specialisti – radiologi, patologi, chirurghi, oncologi medici, oncologi radioterapici; e, nonostante il numero di nuove diagnosi sia in aumento, la percentuale di guarigioni è in crescita e raggiunge soglie dell’85%. Al congresso era presenta il “gotha” dell’oncologia siciliana e milanese e tra i messinesi anche Giuseppe Gullo, stretto collaboratore di Crown a Dublino.

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