MESSINA. “In quanto a indici climatici a livello regionale, l’ondata di caldo del 2023 appare rappresentare un evento mai registrato in precedenza per la nostra isola“. Tradotto, luglio è stato ufficialmente il mese più caldo in Sicilia da vent’anni a questa parte: da quando, cioè, il Sias, il servizio informativo agrometeorologico della Regione Siciliana ha iniziato a collezionare ed elaborare i rilevamenti, a partire dal 2002.

La circostanza è testimoniata dalla lunga serie di record che il mese appena trascorso ha superato: a parte la temperatura media mensile che costituisce in assoluto il valore mensile più alto registrato per la Sicilia dal 2002, risultano superati i primati precedenti per media regionale delle temperature massime assolute mensili, media regionale delle medie mensili delle temperature massime giornaliere, e media regionale delle medie mensili delle temperature minime giornaliere.

In cosa si traducono questi numeri? Nel fatto, per esempio, che su 96 stazioni che costituiscono la rete SIAS, solo 12 non hanno raggiunto nel mese la soglia di 40 °C. Tra queste, dieci si trovano in aree montane a quota superiore a 720 metri sul livello del mare, mentre le altre due sono, curiosamente, Scicli e Pachino, che si trovano in aree costiere: fatto spiegato con la circostanza cher l’estremo settore sud-orientale è stato interessato meno intensamente dai venti di terra rispetto alle altre fasce costiere. C’è poi il dato di Caltanissetta ed Enna (quest’ultima nella stazione di rilevazione in contrada Pasquasia, a bassa quota rispetto al centro urbano), che hanno registrato 11 giorni consecutivi con temperature superiori o uguali a 40 °C. Non solo: sono state 36 stazioni di rilevamento, su 96 complessive, a superare il proprio record di temperatura massima delle serie 2002-2022. Curiosamente, non è stato battuto il record assoluto di temperatura, registrato nel 2021 a Siracusa, con 48,8 gradi, la più alta mai registrata in Europa.

Al di là dei valori delle medie, la forte anomalia del mese di luglio è messa in evidenza da alcuni indici climatici. L’indice SU40 del numero di giorni con temperature superiori o uguali a 40 °C (very hot days), utilizzato generalmente per Nordafrica e Medio Oriente, ha raggiunto come media della rete SIAS un valore di 4,9 giorni, superiore al massimo valore precedente di 3,5 giorni registrato nel 2007. Riformulando l’analisi sul numero di giorni consecutivi con temperature superiori o uguali a 40 °C, l’anomalia è ancora più marcata, dal momento che i massimi valori precedenti del 2007 e del 2021 sono circa la metà del valore medio registrato nel 2023, che è pari a 4,3 giorni consecutivi.
Che ci sia in atto un aumento generalizzato delle temperature anno dopo anno è confermato dal fatto che, se nel 2023 è toccato a luglio frantumare tutti i record, nei due anni passati altri due mesi sono stati i più caldi mai registrati rispetto alla serie 2002-2022: nel 2021 era stato registrato il mese di agosto più caldo e nel 2022 era stato registrato il mese di giugno più caldo.
Come commentano questi dati dal Sias? “Tentando un confronto con le ondate di caldo del passato, non semplice, vista la discontinuità delle serie storiche, non sembrano riscontrabili, dall’esame dei dati disponibili, eventi della stessa portata, considerando insieme i valori estremi raggiunti e la durata dei fenomeni. Le ondate di caldo torrido del 1962, del 1982, del 1988, del 1998, del 1999, appaiono per alcuni versi comparabili all’ondata del 2023, ma in quanto a indici climatici a livello regionale, l’ondata di caldo del 2023 appare rappresentare un evento mai registrato in precedenza per la nostra Isola”.
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