MESSINA. Piove sul bagnato, per l’Atm: dopo le lunghe polemiche per la messa in liquidazione dell’azienda, dopo le critiche per le carenze del servizio, adesso arriva la bocciatura da parte dei revisori dei conti del bilancio 2018 perchè considerato non veritiero. Il consuntivo 2018 “non fornisce una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda trasporti”, spiegano i revisori dei conti, che annotano come l’azienda sia in attivo, nel 2018, di un milione e mezzo, e che i 3 milioni e rotti di “rosso” del 2017 sarebbero ampiamente compensati dai dieci che la regione deve riconoscere come contributi chilometrici negati negli anni. Al parere dei revisori, i commissari liquidatori hanno risposto a stretto giro di posta, fornendo chiarimenti.

Questo non ha fermato le reazioni, che sono arrivate immediatamente. Durissima quella di MessinAccomuna, continuazione, sotto “mentite spoglie”, dell’amministrazione di Renato Accorinti, bersaglio di Cateno De Luca proprio sull’Atm sin dall’inizio, in un balletto di numeri enunciato dall’attuale sindaco che prima sembravano catastrofici e pian piano si sono sgonfiati. “A quanto pare l’avanzo approvato dal CDA è poco credibile, come inadeguata (meglio, inesistente) è la valutazione strategica sul futuro dell’azienda dopo l’ordinanza del Tribunale che dà ragione alla linea della precedente amministrazione sui rimborsi chilometrici della Regione, che l’azienda incredibilmente ignora”, maramaldeggiano da MessinAccomuna.

“Insomma: un’azienda che ha 29 milioni di scopertura, ma che ha ragione da vendere con la Regione, da cui deve ricevere fino al 2016 almeno 12 milioni (anche il doppio forse, considerando anche i rimborsi 2017 e 2018), viene mandata al macero per una impuntatura politica del Sindaco, che porta l’intera responsabilità di una operazione sbagliata. A qualcuno dispiace che le aziende pubbliche possano funzionare. Per noi la scelta ideologica di far gestire con modalità private servizi di interesse pubblico e che non devono generare profitti è sbagliata e danneggia i cittadini e i conti del Comune”, continua la nota, in cui si chiede sostanzialmente di ritirare la liquidazione dell’azienda (già avviata).

“Dopo l’ordinanza del Tribunale e la relazione del Collegio dei Revisori, quella decisione va rivista. Come va rivisto il piano di riequilibrio (è necessario farlo, dopo la sentenza della Corte Costituzionale di inizio anno). Per un’azienda verso la quale si certificavano 29 milioni di squilibrio, De Luca ha imposto alla città sacrifici per 81 milioni: 52 di troppo! Il piano precedente ne stanziava 32, ma l’ordinanza del Tribunale e la relazione dei Revisori mostrano che, in realtà, l’azienda ha già un portafoglio di crediti superiore a quanto il bilancio riporta”, conclude il comunicato.

A chiedere il ritiro della delibera di liquidazione è anche la “duplice” Cgil e Uil: ” È un fatto gravissimo in riferimento alle motivazioni che leggiamo siano state addotte nella relazione dei revisori. Occorre  che si faccia definitivamente chiarezza  sui conti dell’Atm – dichiarano Carmelo Garufi e Michele Barresi segretari di Filt Cgil e Uiltrasporti – e dev’essere il consiglio comunale a pretenderlo con urgenza senza se e senza ma. Abbiamo da subito contestato i conti che l’amministrazione De Luca, a colpi di pseudo dossier, ha sciorinato durante il SalvaMessina, fino a indurre il consiglio comunale a votare la liquidazione di Atm. Oggi abbiamo l’ennesima conferma ufficiale che i conti non tornano, allarme che Filt Cgil e Uiltrasporti denunciano da tempo. Conferma  che giunge oggi per mano dello stesso organo revisore di cui il Sindaco si è servito in questi mesi di mandato”.

“Di fatto si sta liquidando un’azienda con l’ultimo bilancio in attivo di 1.5 milioni di euro, con un quadro economico finanziario, tra debiti e crediti, ancora avvolto dal mistero, e con il collegio dei revisori che palesa evidenti perplessità sui reali conti societari”, aggiungono i due sindacalisti, che concludono a colpi di cannone: “Crediamo che la misura sia  colma e sia ormai atto dovuto del Consiglio Comunale procedere alla revoca immediata in autotutela della delibera di liquidazione di Atm e fare chiarezza della situazione finanziaria ricorrendo ad organi terzi, perché non si può in nessun caso pensare, anche alla luce della relazione dei revisori, che l’attuale collegio dei liquidatori composto per due terzi da professionisti che a vario titolo hanno operato in Atm già dal 2018 sia un organo terzo idoneo a poter predisporre le carte per la liquidazione della partecipata”.

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