MESSINA. Dopo gli attacchi di Cateno De Luca (che oggi festeggia il compleanno) a Francesco D’Uva e la presa di posizione di Domenico Siracusano di Articolo Uno, continua il dibattito sul risanamento e sul conferimento dei poteri speciali con l’intervento di 9 sigle cittadine (MessinAccomuna, Rete 34+, Liberazione Queer+ Messina, +Europa Messina, Cub Messina, Arcigay Messina, Potere al Popolo, Prc circolo P. Impastato e Cmdb), che si schierano compatte contro il primo cittadino (e la deputata di Forza Italia Matilde Siracusano), accusato di aver proposto “dei disegni di legge impresentabili” che avrebbero rallentato l’iter alla Camera. 

«Tra aranciate, gattini e Danili Lo Giudici, ospiti permanenti dei suoi show – scrivono in una nota – Cateno ci informa che “Palermo e Catania sono furbe e fanno squadra, mentre a Messina siamo coglioni”. Il riferimento per questa dotta disquisizione è la legge sul risanamento e le baracche. Apprendiamo così che è colpa “di quel fallito di D’Uva” se Cateno non può fare il commissario e risolvere il problema in due minuti. Cateno, se c’è una colpa questa è vostra: avete proposto dei disegni di legge impresentabili, che non hanno fatto altro che rallentare i lavori del risanamento.

Il diritto italiano non consente di creare comitati ristretti d’affari che, usando le baracche, fanno e rifanno la città a proprio piacimento. Il tempo che trascorri la notte a studiare insieme ai tuoi sodali – proseguono – avresti fatto meglio a passarlo negli anni dell’università. Lì avresti imparato che un commissario ha poteri limitatamente a un problema e non mano libera per fare ciò che vuole di una città. E, magari, sempre lì la tua rappresentante in Parlamento Matilde Siracusano avrebbe imparato che il principio di leale collaborazione tra istituzioni non è un accordo scritto né un protocollo. Nessuna sorpresa, dunque, che la proposta sia finita com’è finita… era la debita fine di un testo che faceva ridere».

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