MESSINA. Tratti in condizioni pietose, carreggiate uniche che durano anni senza apparente giustificazione, frane, restringimenti, buche, segnaletica orizzontale carente, asfalti di venti tipi diversi. Per chi percorre le autostrade Messina-Catania e Messina Palermo, i motivi per avercela col Cas, il consorzio autostrade, non sono mai troppi.

Duecentoquarantaquattro, per l’esattezza. E’ il numero delle “non conformità” che  le 28 visite ispettive del Ministero dei Trasporti nel corso del 2016 hanno rivelato. 244 mancanze, alcune molto gravi, delle quali solo29 sono state sanate. Lo rivela il mensile Quattroruote nel numero di novembre, in un’inchiesta sullo stato di salute soprattutto finanziario delle autostrade italiane. All’interno della quale, i dati relativi alla Sicilia, ed alle arterie gestite dal Cas, non appaiono. Perché?

“Anche nel 2016 l’ente ha continuato a sottrarsi all’obbligo, previsto dalla convenzione, di trasmettere
al ministero i dati relativi alla gestione economica e agli investimenti sui tratti di sua competenza”, si legge tra le pagine del mensile. Come mai il Cas non fornisce i suoi dati? Lo spiega al mensile Rosario Faraci, che del Cas è presidente dal settembre 2013: “Siamo assolutamente a corto di personale, perché, a causa del blocco delle assunzioni, nonostante i pensionamenti, non è possibile indire concorsi”.

Le “non conformità, però, restano. “Risalgono al 2006”, replica Faraci, sempre a Quattroruote, “e questo consorzio è stato retto da commissari per oltre 12 anni; io lo presiedo da poco meno di quattro e in un mandato non si può colmare un gap del genere. Si pensi alla “non conformità” relativa al manto stradale: per risolverla, si deve ricorrere a gare pubbliche e il nostro ufficio appalti è retto da una persona sola”.

Nel 2010, a seguito delle gravi inadempienze riscontrate, il ministero delle Infrastrutture, di concerto con quello dell’Economia, ha dichiarato la decadenza della concessione. Tuttavia, il Consorzio continua a gestire la rete in seguito all’annullamento del provvedimento da parte del Consiglio di giustizia amministrativa della stessa Regione Sicilia, con una sentenza emessa nel 2012.

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