MESSINA. Sono quattordici gli avvisi di garanzia emessi dalla Dda di Messina per l’attentato a Giuseppe Antoci, avvenuto nella notte fra il 17 e il 18 maggio 2016, quando il presidente del Parco dei Nebrodi scampò a una raffica di mitragliate nel Bosco della Miraglia,  tra Cesarò e San Fratello. Gli avvisi di garanzia sono stati notificati nei giorni scorsi agli indagati. Le informazioni di garanzia condurrebbero all’esecuzione di esami scientifici – prelievo di campioni di Dna – ai destinatari del provvedimento in modo da poterli mettere a confronto con i reperti prelevati sulla scena dell’agguato, quando furono ritrovati ai bordi della strada delle molotov e diversi mozziconi di sigarette. Gli indagati risiedono in tre province, e in particolare a Troina e sarebbero tra gli interdetti della prefettura ad accedere ai finziamenti agricoli europei. 

 
““E’ passato un anno da quella notte tremenda – ricorda Antoci – non sarò mai più la stessa persona che ero fino al 17 maggio del 2016, non potrò più esserlo, la mia vita è cambiata come sono cambiate le mie notti, i miei sogni, le mie paure. Ma quando vedo i risultati che stiamo ottenendo nella lotta alla mafia attraverso il Protocollo di Legalità, quando vedo tanta gente che ci crede, quando vedo tanti giovani che mi dicono: “andiamo avanti”, allora, a quel punto, tutto diventa più chiaro e più sereno, come quando nel cielo si diradano le nuvole. Adesso le nuvole cominciano a diradarsi anche nelle indagini, spero che presto arrivi il Sole”.

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