MESSINA. E’ ancora balletto di cifre, ormai quasi giornaliero, tra il sindaco Cateno De Luca e l’ex amministrazione guidata da Renato Accorinti, a nome della quale parla l’ex assessore al Bilancio Guido Signorino. Il campo di battaglia è sempre lo stesso, l’Atm, l’azienda trasporti per la quale De Luca ieri ha disposto la liquidazione (che comunque era già prevista in una delibera di fine giugno), sostenendo di aver trovato perdite maturate fino al 2013 per 50 milioni di euro invece dei 34 e qualcosa.

All’affermazione risponde Signorino, scendendo molto nel tecnico:  “Enti e Aziende comunicano dati di bilancio tramite atti e documenti ufficiali e relative relazioni. Le perdite “storiche” di un’azienda sono consolidate nel valore del patrimonio, che diviene negativo. Il bilancio 2013 ATM, predisposto dall’azienda e adottato dall’organo amministrativo competente, riporta un patrimonio netto negativo (ossia un valore cumulato di perdite al netto di fondo di dotazione e riserve) pari a € 32.406.771,00. Come chiarito nella relazione al piano di riequilibrio, approvata col parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti del Comune ancora il 2 settembre 2014, il Comune ha dato copertura alle perdite inserendo nel piano di riequilibrio il valore negativo netto del patrimonio. Ovviamente la rimanente parte delle perdite viene assorbita dal fondo di dotazione e dalle riserve. I dati sono consultabili recuperando i documenti contabili dell’azienda sulla sua home page al link “Amministrazione Trasparente”. Sul sito del Comune, allo stesso link, è recuperabile la relazione al piano di riequilibrio, che era parte della delibera di Consiglio del 2 settembre 2014.

Nel piano di riequilibrio è stato inserito un dato comunicato dall’azienda tramite i bilanci, secondo un percorso logico condiviso dall’Organo di revisione, pubblicamente dichiarato in atti approvati e trasmessi al Ministero dell’Interno. Nella relazione al piano si trova infatti, al paragrafo dedicato all’ATM, la seguente conclusione: “Alla luce di quanto previsto alla lettera b) dell’art. 194 del TUEL, il piano di riequilibrio del Comune di Messina include il valore negativo del patrimonio netto risultante dallo schema di bilancio consuntivo 2013 trasmesso in data 09/07/2014”. Forse si confonde la condizione delle “aziende speciali” con quella delle “società di capitali”: le prime rispondono alla lettera b) dell’art. 194, le seconde alla lettera c). Dove sta il falso o l’occultamento di cifre alla città?

“Siamo di fronte alla “strategia della tensione” di De Luca – attacca Signorino – la creazione di “casi” inesistenti per tenere sotto pressione l’opinione pubblica e il Consiglio, spesso fondandosi su evidenze parziali. È così che “pagamenti tardati” per non avvenuta riscossione diventano “buchi” di bilancio, quando sono invece coperti da crediti ritenuti dai revisori certi (e infatti mantenuti in bilancio) o, è il “caso” odierno, “perdite” chiaramente espresse e pienamente coperte diventano truffe ai danni della città. Prima di parlare di falsi e truffe De Luca guardi e analizzi bene e a fondo tutta la documentazione. Se ritiene che ci siano reati vada in Procura. Ricordi che si assume una responsabilità forte, visto che indicare alla Magistratura ipotesi di reato che per competenza deve sapere essere infondate costituisce comportamento calunnioso”.

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