MESSINA. Non solo la delibera di contratto di servizio dell’Atm votata due volte dal consiglio comunale (il 27 bocciata, il 29 riproposta e il 30 approvata) non era improcrastinabile, inevitabile e indifferibile per evitare il blocco dei mezzi dell’Atm e degli stipendi ai dipendenti, ma la giunta lo sapeva anche prima che in aula l’atto fosse bocciato (e poi approvato). Nonostante questo, il sindaco Cateno De Luca ha fatto pressione sul consiglio comunale per farla approvare nei suoi tempi, paventando blocco dei bus e dei pagamenti degli stipendi.

E’ infatti del 24 dicembre (ma approvata solo il 31) la delibera di giunta con cui l’amministrazione guidata da  De Luca posticipa di tre mesi l’entrata in vigore della nuova Atm spa e quindi il funerale della vecchia Atm azienda speciale (cosa che aveva anche detto in aula, informalmente, a onor del vero). Le pressioni sul consiglio comunale, il richiamo alla responsabilità, il voto “condizionato” dalla necessità di alcuni dei consiglieri e lo stato di tensione tra gli organi legislativo ed esecutivo del comune di Messina (dopo aver votato sì al contratto di servizio bocciato due giorni prima, il consiglio comunale ne ha bocciato l’immediata esecutività, rendendo necessario attendere dieci giorni dalla pubblicazione della delibera), insomma, potevano tranquillamente essere evitati.

“Le procedure riguardanti i complessi adempimenti di natura burocratica, legale finanziaria, Indispensabili ad avviare le attività istituzionali della nuova Atm S p.a., hanno subito alcuni rallentamenti e pertanto, come concordato il tavolo tecnico del 23 dicembre, si rende necessario prorogare il periodo transitorio di due mesi, stabilendo la nuova data di avvio delle attività via Atm S p.a., al 1 aprile 2020“, recita la delibera.

Non solo: che la prosecuzione delle corse degli autobus (e gli stipendi) non c’entravano nulla con il contratto di servizio fatto votare sotto pressione, De Luca lo spiegava nella stessa delibera: “Al fine di garantire la continuità e la regolarità di svolgimento del servizio di trasporto pubblico locale degli altri servizio clienti la mobilità urbana, è necessario ed indispensabile la prosecuzione del servizio in regime di proroga sino al termine del 31 marzo 2020″.

Ulteriore riprova, se ce ne fosse bisogno, arriva dal verso successivo: “Risulta pertanto necessario differire il termine di trasferimento degli autobus e dei convogli tranviari” tra la vecchia a nuova azienda.

Il che vuol dire che non solo non c’era alcuna premura nel votare il contratto di servizio di un’azienda che avrebbe iniziato a funzionare tre mesi dopo, ma che la situazione era chiara addirittura prima che la delibera col contratto di servizio fosse bocciata dall’aula, e poi riproposta dallo stesso De Luca con la motivazione che la situazione finanziaria della “vecchia” Atm “non consentirà alla predetta azienda speciale di svolgere il servizio di trasporto pubblico locale con regolarità, e di pagare le retribuzioni e i fornitori. E’ pertanto concreto il pericolo di interruzione del pubblico servizio“. Cosa probabilmente vera, ma verso la quale non c’era urgenza, visto che comunque la vita dell’azienda speciale è stata prorogata.

E se De Luca forza la mano, pur sapendo che non ce n’è necessità, dall’altro lato c’è un consiglio comunale che sulla vicenda ha adottato un atteggiamento schizofrenico: bocciato il piano di liquidazione della vecchia Atm, ma approvato l’aumento di capitale della nuova, approvato il nuovo contratto di servizio (bocciato in prima battuta), ma bocciata l’immediata esecutività.

I rapporti tra amministrazione ed aula, adesso, sono di nuovo ai ferri corti. E il discorso di inizio anno di Cateno De luca, praticamente mezz’ora abbondante di invettive contro i consiglieri, non favoriranno di certo la distensione.

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messinese stanco
messinese stanco
3 Gennaio 2020 0:42

Un sindaco sempre più deludente e quaqquaraqquà