MESSINA. Il progetto è di quelli ambiziosi, molto più della flotta comunale che sarebbe servita all’uopo: conurbare Messina e Reggio Calabria. Lo ha spiegato il sindaco Renato Accorinti, lo ha ribadito il nuovo assessore al Bilancio Enzo Cuzzola. La sua presentazione ufficiale è arrivata al termine di una settimana in cui al nuovo esponente della giunta è stata fatta l’analisi del sangue, motivo per il quale lui stesso non ha indugiato sul suo passato, ma si è proiettato subito verso il futuro. Quale?

Uno abbastanza roseo, pare. “Io ho un’impressione che spero non venga scambiato per eccessivo ottimismo – ha spiegato l’assessore reggino, entrando subito nello specifico dei numeri di sua competenza – Mi sento di scongiurare l’ipotesi dissesto, la più semplice per l’amministrazione ma la più dannosa per la cittadinanza. Non ho esperienza di default – ha informato – in cui si siano riusciti a pagare più del 50% dei debiti, in meno di dieci anni. L’amministrazione ha già un bilancio stabilmente equilibrato, col piano di riequilibrio,  sul quale è però ovvio che si debba vigilare”.

Quello del dissesto da evitare, e del piano di riequilibrio sul quale proseguire l’opera di risanamento, è un tema che Cuzzola pare avere molto a cuore. “I piani di riequilibrio stentano a decollare perchè manca il fondo di rotazione – spiega, prendendola abbastanza larga – C’è necessità di tempo per avviare tutte le procedure. Nel 2015, a Messina il piano non ha conseguito alcuni obiettivi previsti nelle entrate, ma è anche vero che non si sono verificate le spese conseguenti. Non è una situazione differente da quelle presenti nella maggior parte degli enti a sud di Roma – conforta poi Cuzzola – tutti i riaccertamenti presentano disavanzi proporzionali al numero di abitanti. Piuttosto, è curioso notare come siano emersi debiti fuori bilancio solo negli enti locali che hanno avviato le procedure di riequilibrio, e questo è un problema che riguarda non solo il Mezzogiorno, o l’Italia. Ovunque in Europa, i governi centrali scaricano tensioni finanziarie verso la periferia. Io comunque – conclude, tornando a Messina – ho la sensazione, suffragata dai numeri che ho letto, che sulla massa debitoria si possa intervenire per contenerla”.

Anche lui, come Accorinti, ha sentito il bisogno di sottolineare la vicinanza, non solo geografica, tra Messina e la sua dirimpettaia calabrese: “Per ben due volte sono stato candidato a fare l’assessore, me l’ha chiesto Tonino Perna (ex assessore alla Cultura e reggino anche lui, ndr). Renato ha una visione: in questo momento siamo tutti allo sbando perché non sappiamo esattamente dove andare. La nostra è far conurbare Messina e Reggio”. Sull’argomento, nel presentarlo anche Renato Accorinti ci si era soffermato.”E’ un’unione che porterà sviluppo, c’è un lavoro incessante tra Messina e Reggio per far diventare unica l’area dello Stretto. Già irripetibile lo è, diventerà anche interessante far diventare una sola entità due città metropolitane”.

Prima di concludere, un’ultima frase che sa di avvertimento: “Ci sarà bisogno di far capire la missione all’apparato burocratico e dirigenziale“. Segno tangibile che il problema dei numeri di Messina non è solo politico, ma soprattutto amministrativo.

 

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