“Dall’inizio dell’anno attività paralizzata e credito bloccato con numerose imprese a rischio fallimento”. Così Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai in una nota esprimono grande preoccupazione per l’immobilismo a cui è stata condannata la Crias  (Cassa regionale per il credito alle imprese) nonostante 20 milioni di euro pronte ad essere erogate. Indice puntato contro la Regione. “La paralisi  – spiegano le Organizzazioni degli Artigiani –  è frutto del deleterio percorso amministrativo e finanziario avviato dalla Giunta Crocetta e concluso dal Governo Musumeci. Input che fu dato dall’allora Assessore all’Economia, Baccei, il quale decise di sacrificare, sull’altare di un ipotetico pareggio dei conti, i patrimoni di società partecipate e di enti regionali, tra cui la Crias, senza tener conto delle funzioni, dei ruoli e dell’utilità. Di fatto quel Decreto lasciò in vita i contenitori ma senza contenuto  – tuonano Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai –  trasferendo i fondi alle casse della Regione per mostrare ai Ministeri romani la capacità di far fronte ai buchi di bilancio. Un espediente perfezionato ora sotto la guida del Governo Musumeci, la cui delibera, approvata lo scorso 9 febbraio, non copre di certo anomalie, incongruenze e contraddizioni scandite lungo tutto l’iter cominciato due anni fa.  Le dinamiche, avviate con gli atti e le direttive amministrative,  obbligano gli enti a nuovi adempimenti, pressoché impraticabili nell’immediato, che bloccano di fatto i meccanismi di erogazione. Alla luce di questo scenario, le Associazioni Artigiane della Sicilia chiedono che si conceda alla Crias, che negli anni ha svolto un ruolo fondamentale erogando complessivamente oltre 4 miliardi di euro, di continuare a procedere con le vecchie modalità o, nell’impossibilità di ciò, di revocare la delibera. Inoltre Cna, Confartigianato, Casartigiani, e Claai  annunciano fermezza contro ogni tentativo di cambiare il credito agevolato regionale senza un preventivo e democratico confronto. “Rivendichiamo – avvertono –  un legittimo coinvolgimento prima di avviare ipotesi di riforma, che non possono essere realizzate con atti amministrativi contraddittori, ma predisposte attraverso percorsi legislativi chiari e trasparenti, se si vuole realmente raggiungere l’obiettivo di salvaguardare le imprese, il lavoro e lo sviluppo della Sicilia.  Si richiede dunque grande senso di responsabilità alle Istituzioni regionali, sollecitando la messa in atto – concludono le 4 sigle di categoria – di tutte le misure ritenute necessarie per il riavvio delle attività della Crias e degli altri enti strumentali, evitando così il rischio di fallimenti di imprese e licenziamenti di lavoratori che, purtroppo, cominciano ad intravedersi”.

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