Municipio, Palazzo Zanca

 

MESSINA. Proposta, ritirata, riproposta, bocciata, modificata nel nome, ri-riproposta, alla fine la fondazione “Messina per la cultura”, il nuovo organismo partecipato da Palazzo Zanca che dovrebbe occuparsi di cultura e grandi manifestazioni è stata approvata in consiglio comunale: quattordici consiglieri comunali hanno detto si, quattro hanno votato no, gli emendamenti proposti dall’opposizione (soprattutto Dario Carbone di Fratelli d’Italia e Antonella Russo del Pd) sono stati bocciati, quelli della maggioranza accolti, la delibera è passata. La fondazione “Messenion”, che l’amministrazione di Cateno De Luca, ex sindaco, aveva voluto per sostituire la partecipazione del comune di Messina dentro Taormina Arte, è uscita dalla porta dopo essere stata bocciata dal consiglio comunale, ma alla fine è rientrata dalla finestra, sotto mentite spoglie come fondazione “Messina per la cultura”, che della Messenion ha tutte le caratteristiche esatte quasi alla virgola, come da programma elettorale pre amministrative. Di cosa si occuperà la nuova fondazione? Esattamente come la vecchia Messenion, è l’articolo 2 dello statuto che illustra le attività la Fondazione, che non ha scopo di lucro: “persegue finalità di promozione culturale, promuovendo, realizzando e partecipando ad iniziative ed eventi culturali, artistici e sociali di ambito e di rilevanza locale e/o nazionale ed internazionale, ed in particolare, in ordine a tale scopo ha ad oggetto le seguenti attività: programmare, realizzare, sostenere e promuovere iniziative, manifestazioni ed eventi nei settori delle arti, dello spettacolo e della cultura in genere; promuovere la conoscenza del patrimonio culturale del territorio della Città Metropolitana di Messina e ad assicurare le migliori condizioni di fruizione del patrimonio stesso, al fine di promuovere lo sviluppo della cultura; valorizzare, anche attraverso la gestione, istituti e luoghi della cultura propri, di Fondatori o di terzi; gestire e valorizzare luoghi per la cultura, l’arte e lo spettacolo, ubicati nel territorio della Città Metropolitana di Messina, propri, di Fondatori o di terzi; promuovere e realizzare, in Italia e all’estero, iniziative di sviluppo turistico e di marketing territoriale anche volte all’innovazione sociale, tecnologica e culturale attraverso l’identificazione e lo sviluppo del brand”Messina”. Come dovrebbe essere strutturato il nuovo soggetto? Il patrimonio della fondazione, o fondo patrimoniale, è il fondo di dotazione, composto dai conferimenti in denaro, beni mobili, beni immobili o altre utilità, effettuati dai fondatori o dai partecipanti o da soggetti terzi; il fondo di dotazione è la parte intangibile del Patrimonio dell’ente (sono spendibili soltanto le rendite); è la base dell’ente, su di esso poggiano la personalità giuridica dell’ente e l’autonomia patrimoniale dello stesso nei confronti dei terzi. E come si sosterrà? Secondo la delibera, “la “cassa” della fondazione è composta da rendite e proventi derivanti dal Fondo Patrimoniale e dalle attività della fondazione, il contributo annuo dei Fondatori Promotori, Nuovi Fondatori, e Partecipanti nella somma deliberata dal Consiglio di Gestione, eventuali donazioni, lasciti o disposizioni testamentarie che non siano espressamente destinate al Fondo Patrimoniale, eventuali erogazioni riconosciute dallo Stato e da altri Enti pubblici o territoriali espressamente destinate al Fondo di Gestione, i contributi in qualunque forma destinati espressamente agli scopi della Fondazione espressamente destinati al Fondo di Gestione, proventi derivanti dalle attività della fondazione”. Gli organi di indirizzo sono espressi nello statuto: il presidente è il sindaco pro tempore del comune di Messina, e l’organo collegiale è il consiglio di indirizzo, composto da presidente, un membro ciascuno per i fondatori Comune e Città metropolitana, un componente designato dagli altri fondatori (diversi dai fondatori originari) e un componente designato dai partecipanti. Il consiglio nomina per quattro anni il Sovrintendente. Infine il comitato scientifico, composto da non più di sei membri oltre il Sovrintendente che lo presiede e lo convoca. Il mandato dei componenti del Comitato Scientifico dura due anni, ed è rinnovabile. Il Presidente designa fino a due membri, fino a due possono essere designati congiuntamente dai Sostenitori, il restante numero è designato dal Consiglio di Indirizzo. Molto caustici Antonella Russo e Felice Calabrò del Pd: “Oggi l’amministrazione Basile incassa un altro bel risultato: la nascita dell’ennesimo organismo partecipato dal comune chiamato Fondazione “Messina per la Cultura”, sotto la veste di una fondazione di partecipazione. Strano – come abbiamo evidenziato inutilmente in aula – che a dispetto della natura giuridica scelta, non ci siano tra i fondatori soggetti privati, che invece sono indispensabili per questa particolare forma mista di fondazione e associazione, che per legge li prevede. Abbiamo tentato grazie a un nostro emendamento di evitare i costi – che potranno essere anche molto rilevanti – delle remunerazioni dei tanti organi previsti dallo statuto: dal sovrintendente ai tanti possibili direttori artistici. L’Aula, invero, nonostante i pareri favorevoli dei dirigenti all’emendamento del Partito democratico che prevedeva che i vari incarichi fossero gratuiti, ha ritenuto di bocciarlo! Sulla scorta dello statuto esitato, infatti, potranno essere nominati direttori artistici ad ogni piè sospinto, che potranno essere individuati anche per ogni singola manifestazione o per singolo evento, ovviamente remunerati dalla fondazione, alias dal Comune e dalla Città metropolitana. Il personale da impiegare nella fondazione sarà reclutato con la forma del distacco, del comando, dell’avvalimento (????). Ennesimo ente finanziato con denaro della collettività. Ormai a Messina ogni servizio di carattere pubblico è esternalizzato a favore di società partecipate, fondazioni, agenzie, enti pagati tutti dal comune. Abbiamo un vago ricordo dei tempi in cui un precedente sindaco considerava tutte queste realtà come bancomat della politica, prevedendo nel suo programma la razionalizzazione, o meglio, la notevole riduzione delle partecipate. In realtà, altro che eliminate: in questi ultimi anni si sono moltiplicate tanto che abbiamo pure difficoltà a menzionarle tutte”.

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messinese doc
messinese doc
11 Gennaio 2023 18:42

In una città di poco meno di 200000 mila abitanti, abbiamo più società pubbliche che private, una vera vergogna considerando che in città non vi è un organizzazione turistica ma il fai da te, provo solo vergogna per tutti politici e consigli.