MESSINA. Marcello Scurria sarà riconfermato alla presidenza di Arisme, l’agenzia comunale del risanamento e della riqualificazione urbana di Messina, partecipata creata nel settembre 2018, fortemente voluta dallo stesso Scurria (che prima che a Cateno De Luca l’aveva proposta, senza successo, a Giuseppe Buzzanca all’epoca della sua sindacatura, e a Bernadette Grasso quando l’esponente di Forza Italia era assessora agli Enti locali della Regione Siciliana, all’inizio del 2018).

Lo ha deciso Cateno De Luca con decreto sindacale, in cui insieme alla riconferma di Scurria alla presidenza, rimane al suo posto da consigliera anche Alessia Giorgianni. Scade invece, senza rinnovo, il mandato di Giuseppe Aveni, sostituito da Domenico Crinò, già segretario dell’ordine degli Ingegneri di Messina e coordinatore cittadino di Forza Italia a Barcellona Pozzo di Gotto. Il cda di Arisme per statuto ha durata triennale: il 14 settembre è stato pubblicato l’avviso pubblico per la pubblicazione dei curricula degli aspiranti consiglieri, chiuso il 24 settembre alle 12. Qualche minuto dopo, De Luca ha firmato il decreto di composizione del consiglio d’amministrazione

Rimane così a tre componenti il consiglio d’amministrazione della partecipata: una circostanza per la quale il consiglio comunale è andato in conflitto con l’amministrazione più volte. In aula, infatti, sono stati a più riprese presentati documenti che prevedevano per tutte le partecipate l’amministratore unico (come prescrive la legge Madia), prassi seguita in passato e totalmente ribaltata da De Luca, che per tutte le società in cui il Comune è azionista di maggioranza o socio unico (quindi Amam, Atm, MessinaServizi Bene Comune, Arisme, Risanamento Messina e Messina Social City), ha scelto di avvalersi di consigli d’amministrazione a tre componenti invece che della singola figura da amministratore.

A febbraio del 2019, i consiglieri del Pd Felice Calabrò e Antonella Russo, all’interno di una delibera sugli statuti comunali, avevano proposto un emendamento che avrebbe imposto all’amministrazione la nomina di amministratori unici in tutte le partecipate al posto dei tre consiglieri d’amministrazione: l’emendamento non è mai stato votato. Più recentemente sono stati i consiglieri del Movimento 5 stelle a sollevare la questione, insieme a Pd e alcuni esponenti del centrodestra (Giandomenico La Fauci e Francesco Pagano), anche stavolta senza esito.

La circostanza è stata nuovamente sollevata a inizio febbraio, nella discussione della proposta di delibera sulla modifica dello statuto dell’Agenzia comunale per il risanamento, ancora con un nulla di fatto, ma con una novità: il nuovo statuto comunale che a breve arriverà in aula, prevede che sia il consiglio comunale a stabilire la composizione e le funzioni del consiglio di amministrazione dell’azienda speciale.

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