MESSINA. Anche per il 2023, Messina si conferma una delle province in cui si vive peggio in Italia, secondo la graduatoria stilata da Il Sole 24 ore sulla base di una serie di indicatori, che inchiodano la provincia dello Stretto all’89ma posizione, esattamente come l’anno scorso: nè un passo avanti nè uno indietro (secondo il report di Italia Oggi, Messina è al 105mo posto).

La performance migliore Messina la ottiene nella categoria “Medici di medicina generale”, che indica i professionisti attivi ogni mille abitanti, in cui risulta terza in tutta Italia. la peggiore invece in “Indice di litigiosità”, cioè il numero di cause civili iscritte ogni 100mila abitanti: quelle che da decenni intasano i tribunali, e si risolvono in tempi biblici. malissimo “Affari e lavoro” e “ricchezza e consumi”, entrambi al centesimo posto.

Nel primo indicatore, ci sono due valori contrastanti: 103mo posto in Italia per nuove iscrizioni di aziende (su cento registrate), ma anche un sesto posto assoluto per “cessazioni”, le aziende che chiudono. Segno di una stagnazione economica importante: chi c’è c’è, chi no rimane fuori. malissimo il tasso di occupazione in percentuale dai 20 ai 64 anni, 102mo in classifica, ma anche giovani che non lavorano e non studiano, 94ma posizione. Spaventosamente indietro, 102mo posto, anche nell’indicatore di altissima presenza di famiglie con Isee inferiore ai 7000 euro.

Malissimo anche per “ecosistema urbano” (qualità dell’aria, rifiuti, reti idriche, consumo di suolo), e qualità della vita di praticamente tutti: anziani, giovani, donne e bambini, così come bassissimo (102in Italia) è la percentuale di laureati su persone 25 – 39 anni.

I migliori risultati globalmente Messina li ottiene nel settore “sicurezza”: poche rapine e furti in abitazioni, ma molti di auto.Se può servire da consolazione, eccetto Ragusa, che si piazza 82ma, Messina è la “migliore” tra le province siciliane e calabresi in termini di qualità della vita.

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