MESSINA. «Negli ultimi giorni sembra esserci stato un risveglio dell’interesse da parte del Parlamento e del Governo nei confronti del nostro territorio. Sbaraccamento, monitoraggio rete autostradale, ponte sullo Stretto, infrastrutture del Piano di Resilienza e Recovery Plan hanno spazio sui media nazionali e Messina viene inserita come nodo strategico per la ripresa del Paese dopo la pandemia. Adesso, però, occorre passare dalle parole ai fatti». Il presidente di Ance Messina Pippo Ricciardello interviene nel dibattito apertosi recentemente sulla necessità di destinare una parte cospicua delle risorse europee all’ammodernamento della rete dei trasporti nell’area dello Stretto.

«Noto con particolare piacere – afferma  – che, finalmente, tutto l’arco delle forze politiche sembra riconoscere che questa parte del Meridione d’Italia è stata troppo trascurata nelle strategie di investimento, ma non vorrei che tutto questo interesse manifestato recentemente da parlamentari non solo provenienti dalla nostra provincia resti superficiale e, alla fine, andremo incontro, come cittadini italiani prima che da imprenditori, all’ennesima cocente delusione. Ci sono le cospicue risorse provenienti dalla Unione Europea per il Recovery Fund e occorre destinarle, in massima parte, alle infrastrutture del Sud. Tra queste – sottolinea il presidente dell’Ance Messina – una funzione fondamentale la svolge, senza dubbio, il Ponte sullo Stretto, un’opera che non deve essere vista come una cattedrale nel deserto, ma la base attorno cui realizzare una rete di strade e ferrovie finalmente moderna ed in grado di sostenere le opzioni di sviluppo e le opportunità offerte dai fondi europei o delle grandi banche di investimento internazionali».

Ricciardello ritiene che i tempi siano maturi “anche per la presenza sulla scena politica di una personalità di alto profilo come il Presidente del Consiglio Mario Draghi”: «Nell’ultimo governo vi erano diversi ministri meridionali, ma, nonostante ciò, il Sud era stato poco considerato all’interno del programma di investimenti della UE. Adesso, le recenti iniziative di praticamente tutti i partiti presenti in Parlamento e le intenzioni trapelate sulla riscrittura del PNRR sembrano propendere verso l’inserimento del Ponte e di altre infrastrutture determinanti per inserire la Sicilia e la Calabria all’interno dei corridoi di trasporto europei. È fondamentale, però – continua Ricciardello – che gli esponenti dei governi nazionali, regionali e locali operino in stretta sinergia e con l’obiettivo dello sviluppo complessivo, abbandonando logiche ristrette ai propri interessi di parte o a posizioni ideologiche che, fino ad oggi, hanno impedito la realizzazione delle opere. Bisogna fare presto, stabilire le priorità, finanziare i progetti, riformare completamente la legge sui lavori pubblici, appaltare e portare a compimento quanto rimasto per decenni solo sulla carta. Il nostro appello, come esponenti del mondo delle costruzioni e quindi, traino fondamentale per l’economia – conclude Ricciardello – è rivolto a parlamentari, ministri, assessori, sindaci, presidenti delle Regioni. Non c’è tempo da perdere».

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Rocco Chirieleison
Rocco Chirieleison
19 Marzo 2021 14:53

Io invertirei l’ordine dei fattori, che come é noto il risultato non cambia. Non si capisce perché debba esserci prima il ponte per dotare, poi, la Sicilia di strade e ferrovie moderne. Si cominci con queste ultime e dopo, eventualmente, i siciliani valuteranno sulla necessità o meno del fantomatico ponte.

Roberto
Roberto
20 Marzo 2021 17:48

Quando incominceremo a capire che siamo solo lo svincolo dell’unica area d’Italia (Settentrione) realmente collegata all’Europa, allora capiremo con profonda lucidità a chi veramente é utile un’infrastruttura del genere. Come al solito si manifesta un’interesse molto particolaristico e non generale come Ricciardelli cerca banalmente di scimmiottare.