MESSINA. «È assurdo che, a causa del maltempo, intere città vengano paralizzate. Da Lunedì a Venerdì, a causa dell’allerta meteo per le avverse condizioni atmosferiche, è stata disposta la sospensione dell’attività didattica in tutti i Dipartimenti dell’Ateneo. Nel frattempo, mentre l’Amministrazione ci comunica la chiusura dei Dipartimenti, abbiamo visto le drammatiche immagini che vengono da Catania e dalla provincia: l’acqua che sale e porta via la nostra dignità. Le nostre città non sono in grado di farci sentire al sicuro: montagne che franano, strade che crollano, ponti fatiscenti. La manutenzione ordinaria non esiste, siamo abituati solo ad interventi straordinari, quando ormai è troppo tardi». Così commentano i danni causati dal nubifragio di ieri i ragazzi di Udu Messina, sindacato studentesco.

«Non è normale assistere inermi alla paralisi delle nostre città a causa del maltempo, non possiamo stare in silenzio. Un pezzo d’autostrada verrà chiuso, il traffico gommato in città sarà ai massimi livelli e l’Università semplicemente chiude – continuano – Noi studenti e studentesse saremo costretti a perdere una settimana di lezione perché UNIME è impegnata a condurre una battaglia ideologica contro la DAD, quando in realtà, in situazioni come queste, essa poteva essere un ottimo strumento per garantire la continuità della didattica, come è stato fatto anche in altri Atenei; ad esempio, l’Università di Catania ha tempestivamente attivato la DAD».

«Anche i docenti, che talvolta provengono dalla provincia, sarebbero avvantaggiati nell’usufruire di un progresso che consentirebbe di non perdere ore importanti di lezioni – sottolineano – Non ci stancheremo mai di ripetere che la modalità blended sia uno strumento utile con numerosi vantaggi, ma l’Università, purtroppo, è sorda e testarda e in situazioni del genere non predispone nemmeno di un cosiddetto “piano B”, nonostante le piattaforme esistenti. Non a caso stiamo in coda nelle classifiche di gradimento e rendimento delle Università italiane».

«Ci sentiamo invisibili e non ascoltati, gli studenti e i giovani sono sempre sulla bocca di tutti, ma realmente vengono costretti ad andare via a causa di una terra che non vuole fare passi in avanti. E chi, nonostante tutto, sceglie di rimanere si ritrova in città insicure, Università ferme nelle proprie posizioni e servizi scadenti: chi ci aiuta a guardare al futuro?», concludono.

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