MESSINA. L’aggressione (una testata e naso rotto) al dipendente del dipartimento all’Urbanistica del comune di Messina di ieri pomeriggio, nel giro di qualche ora da deprecabile episodio di cronaca è diventato terreno di aspro scontro politico. Ad agitare le acque, e puntare il dito, sono stati sindacati (immediatamente) e politica (dopo un po’).

I primi ad aprire la girandola di dichiarazioni e indici puntati contro il sindaco Cateno De Luca sono stati Piero Fotia, Carlo Abbate, Saro Contestabile e Gaetano Giordano del sindacato Csa, secondo i quali l’aggressione “è un gesto gravissimo che non può essere addebitato in toto al clima rovente, deriva dei toni spesso infelici e roventi utilizzati dal sindaco Cateno De Luca nei confronti dei dipendenti comunali”.

Utilizzano toni meno enfatici, ma anche dalla Cisl ribadiscono il concetto: “Un sindaco-datore di lavoro non può organizzare una diretta sui social per denigrare un dipendente pubblico in dispregio a qualunque norma a garanzia della privacy e dei diritti dei lavoratori”, spiegano il segretario generale della Cisl Messina Antonino Alibrandi e la coordinatrice del comparto funzioni locali della Cisl Fp Messina Maria Rita Rizzo.

Non troppo diverso il giudizio di Pippo Gemellaro del Sipol, per il quale l’episodio violento “fa il seguito alla campagna di denigrazione e di odio nei confronti dei dipendenti Comune che adesso più che mai, come si dimostra nei fatti, corrono seri rischi per la propria incolumità. Le esternazioni ricorrenti del Sindaco, dalle varie sedi di lavoro, attraverso i social, senza alcuna possibilità di contraddittorio, rischiano di ingenerare una rappresentazione distorta della realtà”.

Infine Pippo Calapai, segretario generale e di Emilio Di Stefano, responsabile provinciale Uil: “Gli sproloqui attraverso i continui attacchi mediatici da parte del massimo responsabile di palazzo Zanca che in numerose occasioni ha superato anche il ‘Brunetta vecchia maniera’, che additava i lavoratori pubblici come fannulloni stanno causando notevoli preoccupazioni fra gli addetti ai lavori. Sindaco, basta mettere alla gogna i dipendenti Comunali! Basta con i continui sproloqui!”.

Al coro non si è sottratta (anzi, il comunicato del sindacato rosso è stato uno dei primi ad arrivare) nemmeno la Cgil: “Appare evidente e chiaro a tutti che quanto accaduto questa mattina, è l’espressione plastica del clima di tensione da addebitare in toto agli atteggiamenti assunti dal primo cittadino. La strumentalizzazione, ai fini di propaganda, delle inefficienze e dei ritardi della macchina burocratica, è una scelta precisa di De Luca e queste, però, sono le conseguenze”, hanno scritto Giuseppe Previti e Francesco Fucile.

Per ragioni sconosciute ai più, è stato quest’ultimo, tra i tanti, l’oggetto della sfuriata di Cateno De Luca: “Capisco che la vigliaccheria possa generare vigliaccheria, ma dire che certi comportamenti delittuosi e violenti possano essere ‘legittimati’ dalle opinioni espresse da un Sindaco ha dell’incredibile! Pur di attaccarmi, questo signore arriva anche a giustificare un grave episodio di violenza commesso ai danni di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni! E poi sarei io l’istigatore alla violenza?”, ha scritto il sindaco di Messina, accusando poi Fucile di fatti che con l’accaduto, le dichiarazioni e la reazione non c’entrano nulla. Non pago, De Luca ha continuato: “E’ pure vero che anche altri sindacalisti stanno cercando di speculare sull’accaduto per mantenere le loro deleghe sindacali, ovvero il loro pane, ma senza spingersi fino all’apologia di reato come ha fatto Fucile evidentemente perché sono a conoscenza delle sue magagne malcelate”.

Nella chiosa, il solito attacco alla stampa, così, a gradire: “Ai soliti pataccari di certa stampa non replico perché comprendo che anche loro tengono famiglia ed in un modo o nell’altro, pur se agendo da inescusabili miserabili, devono comunque portare la pagnotta a casa”, senza specificare a chi si riferisse e cosa lamentasse.

Come prevedibile, anche la politica, oltre ai sindacati, si è accodata al coro: “Alimentare la tensione sociale pur di ottenere un consenso mediatico, è segno di povertà di visione politica. Governare una città vuol dire costruire comunità, non coltivare odio sociale. Chiediamo a Cateno De Luca di cambiare registro, senza utilizzare il proprio ruolo istituzionale per farsi portatore di un falso moralismo, atto a nascondere l’incapacità di creare ponti tra l’amministrazione e la cittadinanza.”, spiega Palmira Mancuso della direzione nazionale di Più Europa, mentre Domenico Siracusano, segretario provinciale di Articolo Uno parla di un clima imbarbarito che vede le lavoratrici e i lavoratori del Comune e delle partecipate costantemente e indiscriminatamente additati e attaccati. Non è purtroppo il primo episodio nè temiamo sia l’ultimo se non si cambiano atteggiamenti ed approcci, a partire dal primo cittadino. I toni, che in più di un occasione, il Sindaco ha usato nei confronti dei dipendenti creano una condizione di tensione latente e rischiano di legittimare inaccettabili forme di violenza. Cateno De Luca faccia mea culpa e si ristabilisca una quadro di rapporti e relazioni tra amministrazione e dipendenti consono ad una città civile. Ci si renda conto che le parole sono come pietre e rischiano ad armare mani più o meno consapevoli”.

Durissimi anche i Cinque stelle: “Non possiamo non associare indirettamente al clima avvelenato che si respira sul web, ai danni di dipendenti comunali, dirigenti e agenti della Polizia Municipale, più volte finiti nel ‘tritacarne’ dei social a causa dei toni utilizzati, della furia cieca e delle reprimende in diretta, che rischiano di esasperare ulteriormente gli animi”, hanno affermato i consiglieri comunali pentastellati, per l’occasione supportati dal deputato nazionale Francesco D’Uva.

 

 

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thomas
thomas
10 Giugno 2021 15:59

E’ veramente vomitevole che qualche sindacato e qualche politico approfittino dell’azione di un delinquente per poter andare contro il sindaco. Sarebbe bene trovare altri argomenti per prendersela con De Luca.