MESSINA. Il consigliere comunale del Pd Alessandro Russo vuole vederci chiaro sull’affidamento dello stadio San Filippo, oggetto di una gara con scadenza al 30 settembre 2020 per la quale si è presentata solo l’Fc Messina, società sportiva dilettantistica.

Tra i requisiti contenuti nel bando di gara era previsto che i proponenti le offerte non debbano versare nei confronti del Comune di Messina in condizioni di situazione debitoria “liquida ed esigibile”, l’aver gestito per almeno tre anni impianti sportivi contenenti almeno 10.000 spettatori, e il fatturato della società proponente, che deve avere una totalità minima di 600.000 euro in tre anni di gestione.

“Dai verbali pubblicati relativi alla gara di affidamento in concessione si apprende che in sede di valutazione dell’offerta tecnica, in data 29/12/2020, la commissione di gara assegna un punteggio molto elevato (39,73 punti), di cui il 21,9 relativo alla parte in cui si prevedono interventi finalizzati alle migliorie di impianto e strutture esistenti per una cifra complessiva pari a circa 141 milioni di euro”, scrive Russo, che successivamente fa notare come “nella relazione a dettaglio dell’offerta tecnica la società proponente metterebbe  bene in chiaro come l’importo previsto (pari a circa 141 milioni di euro) avrebbe un tempo tecnico di rientro dall’investimento di 99 anni e non di 30 ma che, nonostante questa espressa ammissione, l’offerta tecnica resterebbe in piedi con quella stessa cifra”.

Per questo, Russo chiede all’amministrazione di sapere “Se la società proponente non abbia alla data di presentazione dell’offerta una condizione debitoria nei confronti dell’Amministrazione Comunale, se rispetti il criterio della gestione minima triennale di impianti sportivi di almeno 10.000 spettatori, possegga, alla data della presentazione dell’offerta, il fatturato societario minimo per accedere al bando”.

Non solo: Russo esprime le sue perplessità.  “Se l’Amministrazione ritenga plausibile e condivisibile che la previsione di gestione dell’impianto per trent’anni contenuta nel bando di gara possa consentire il rientro economico dell’investimento previsto dalla società proponente, la quale espressamente dichiara che sarebbero necessari tempi pari a 99 anni, e non costituisca un rischio evidente per l’efficienza, l’efficacia e l’economicità che deve interessare l’azione amministrativa dell’Ente”, e “Se le documentazioni tecniche a supporto della proposta pervenuta (specificamente quelle relative all’offerta tecnica) siano adeguatamente, tecnicamente, documentalmente supportate in maniera solida e credibile dal punto di vista organizzativo ed economico di lungo periodo”.

La conclusione? “Se, a seguito dell’esame e della verifica delle sopra richiamate osservazioni, non ritenga di procedere in via precauzionale e cautelativa alla sospensione dell’affidamento della concessione dello stadio “Franco Scoglio” al fine di valutare in maniera approfondita la tutela dell’interesse della pubblica amministrazione locale in relazione a tale affidamento, e se non ritenga del pari opportuno per la tutela dell’Ente e delle sue strutture procedere alla pubblicazione di un nuovo bando di gara per la concessione dello stadio “Franco Scoglio” che enuclei in maniera più chiara e dettagliata i requisiti essenziali da rispettare e soprattutto il dettaglio tecnico di gestione e miglioramento della struttura, asset essenziale sia in sede di valutazione di gara che in fase successiva di gestione della medesima”, conclude il consigliere.

 

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