MESSINA. Era popolato da circa quattrocento famiglie, ma dopo l’alluvione di cinquant’anni fa è stato abbandonato al degrado e all’incuria. La storia di Borgo Rajù si è conclusa la notte di Capodanno del 1972, quando il torrente Fantina esondò portando con sé buona parte delle abitazioni e causando alcune vittime. Oggi, il villaggio è oggetto di un progetto di valorizzazione ad opera di alcune associazioni di Messina e della provincia che, da qualche settimana, lavorano per ridare nuova vita al paese sorto fra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta. Più specificatamente, a lanciare questa iniziativa dal nome “Preserviamo Rajù” sono l’associazione Map Messina, l’ASD The big red one (realtà di softair), l’Associazione Culturale Olimpia e la Pro Loco di Fondachelli Fantina, con l’obiettivo di restituire dignità al borgo e trasformarlo, nel tempo, in uno spazio protetto, accessibile e valorizzato dal punto di vista culturale, ambientale e sociale, rendendolo anche scenario di eventi.

«Rajù era una comunità viva e operosa, con circa 400 abitanti impegnati in agricoltura, pastorizia e artigianato. La sua storia si è spezzata nella notte di San Silvestro del 1972, quando la tragica alluvione che colpì il territorio provocò l’esondazione del torrente Fantina, la distruzione della parte bassa del borgo e la scomparsa di un’intera famiglia. A seguito di quel dramma, il paese venne abbandonato in pochi giorni», raccontano i volontari che si stanno occupando della riqualificazione del villaggio che, nel suo periodo d’oro, aveva tutto: una scuola elementare, un ufficio postale, una succursale del Banco di Sicilia, sartorie, botteghe alimentari e persino una rivendita di tabacchi. «Oggi Rajù è un luogo silenzioso ma ricco di memoria. Le abitazioni, pur in stato di abbandono, si presentano ancora in condizioni sorprendentemente buone e sono diventate scenario di tornei di softair, attirando curiosi e appassionati».

Ed è per questo che sono già iniziati i primi dialoghi con l’amministrazione comunale, con l’idea di dare vita ad un villaggio come quello di Massa San Nicola nel Comune di Messina: «Al momento l’amministrazione ci ha dato il via libera per la pulizia e per dargli una sistemata, in attesa di capire come organizzarsi e muoversi in altri ambiti. Abbiamo già fatto tre interventi di pulizia e riprenderemo in primavera. L’idea è di realizzare una nuova Massa San Nicola, organizzando eventi, promuovendo il borgo e rendendolo accogliente per i cittadini del posto e per i turisti».

«Il nostro intento – spiegano i promotori dell’iniziativa – è ridare dignità a un luogo che appartiene alla storia collettiva di questo territorio. Non vogliamo stravolgere l’identità del borgo: al contrario, desideriamo tutelare ciò che resta e restituirlo alla comunità sotto forma di spazio culturale, naturalistico e storico. Abbiamo già avviato una serie di interventi di pulizia e messa in sicurezza delle aree più compromesse, coinvolgendo associazioni locali e volontari. Nei prossimi mesi puntiamo a ottenere un confronto diretto con gli enti competenti, per definire percorsi di valorizzazione sostenibile che possano portare benefici culturali, ambientali ed economici alla zona. Rajù non deve rimanere un borgo fantasma. La nostra visione è trasformarlo in un esempio positivo di recupero e tutela del patrimonio rurale siciliano, mantenendone l’autenticità ma offrendo nuove possibilità di fruizione», concludono.

Con i precedenti interventi, i volontari hanno ripulito diverse aree completamente invase dalla vegetazione, liberato sentieri, rimosso detriti e messo in sicurezza alcuni punti critici del borgo. Un lavoro concreto che ha reso nuovamente fruibili vari accessi e ha permesso di restituire decoro a zone da tempo dimenticate.

guest

0 Commenti
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments