MESSINA. «Onestamente darei il peso che merita a questo vicenda, pressoché nullo, anche perché verrà archiviata». È il commento, riportato da Ansa Sicilia, dell’avvocato Giuseppe Cultrera, legale della famiglia Argentino.

«Non abbiamo ancora capito se è un esposto, una denuncia o una querela. Sono tre cose diverse. Viene utilizzato il termine in maniera inappropriata. In ogni caso è una forzatura ed un gesto che denota accanimento nei confronti della madre, alla ricerca di un capro espiatorio. Il processo si è concluso, Stefano aveva confessato di aver ucciso Sara, lui era responsabile. Per quanto si voglia parlare di favoreggiamento o di concorso: il primo è escluso dal codice penale per i prossimi congiunti quindi non c’è. – spiega – Il concorso non so come lo interpretano, anche perché non ho letto questo atto, ma al massimo avrebbero dovuto rilevarlo prima e non oggi che sono scaduti i termini di querela dei 90 giorni dal momento in cui sono in possesso degli atti. Mi sembra che non ci sia chissà quale attenzione da prestare a questa circostanza, naturalmente giuridicamente parlando, non mi permetterei di entrare in valutazioni morali».

In merito ad eventuali nuovi elementi, Cultrera spiega: «Le circostanze che loro portano a fondamento sarebbero sempre le solite cioè che la madre gli avesse mandato messaggi facendo si ‘ che non desistesse ma non sono gli unici. Per contro ci sono i messaggi dove la madre dice a Stefano ‘lascia stare’ ‘non ti vuole, prendine atto’. Si è parlato stamane di un utilizzo secondo convenienza delle risultanze probatorie, lo ha detto mi sembra la mamma di Sara in una dichiarazione. Forse l’utilizzo secondo convenienza lo stanno facendo i suoi legali, non noi. Noi non abbiamo mai escluso la responsabilità».

Fonte Ansa

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