MESSINA. Quale sarà il costo per lo stato del ponte sullo Stretto, una volta ultimato (e quindi, oltre i 15 miliardi impegnati per la costruzione), per manutenerlo e garantirne sicurezza e funzionalità? Se lo chiedono i docenti universitari Guido Signorino, ordinario di Economia all’università di Messina, e Domenico Gattuso, ordinario di Ingegneria dei Trasporti all’università di Reggio Calabria.

La domanda prende spunto dall’annuncio da parte della Stretto di Messina Spa che le tariffe di attraversamento del ponte sarebbero state ribassate a 4-10 euro per mezzo (mentre il progetto definitivo approvato dal Cipess dice altro), rispetto alla quale i due docenti sollevano dubbi “sulla praticabilità finanziaria delle tariffe propagandate dal Ministro, a meno di possibili ipotesi di un continuo drenaggio di risorse pubbliche per i futuri bilanci dello Stato dei prossimi 30-200 anni”. Di seguito il documento.

“Visto che non li forniscono loro, proviamo a farli noi due conti in croce, orientandoci a spanne tra le informazioni secretate dei conti del ponte. I costi di gestione e manutenzione per opere di questa dimensione si attestano mediamente poco sopra lo 0,5%/anno rispetto al costo complessivo. Su 13,5 mld siamo a circa 70 milioni/anno. In effetti, l’analisi costi-benefici indicava 71,2 milioni/anno per tale voce. Questo valore “standard” però è sottostimato perché il ponte prevede interventi innovativi e costosissimi. Si pensi per esempio che le decine e decine di chilometri di acciaio dell’impalcato e dei cavi dovrebbero essere sottoposti a deumidificazione continua: un immenso sistema di condizionatori d’aria che raggiungono h24, 365 giorni l’anno ogni centimetro dell’ acciaio della struttura e dei cavi del ponte; si pensi anche ai complessi “smorzatori sismici” dinamici attivi prescritti per le fondazioni dei blocchi di ancoraggio, che richiedono spese straordinarie di drenaggio idraulico, controllo e manutenzione, con consumi molto più elevati del normale di energia elettrica”.

“La previsione dei costi di gestione e manutenzione dell’analisi costi-benefici appare dunque imprudentemente insufficiente. Tuttavia, pur volendo considerare adeguata questa previsione, è necessario ritenere che l’analisi costibenefici avesse stimato tariffe “elevate” al fine di garantire la copertura delle spese di gestione del ponte. Oggi apprendiamo che una delle principali voci di ricavo che dovrebbero coprire quei costirisulta più che dimezzata. Come viene garantito dunque l’equilibrio finanziario? Quale rivoluzione tecnologica è intervenuta nell’ultimo anno per giustificare questo crollo? O l’analisi costi-benefici era così inaccurata e incompleta (lo avevamo detto) da presentare valori finanziari di fantasia? E adesso il documento che garantisce l’utilità sociale e la sostenibilità economica e finanziaria del ponte rivedrà le sue previsioni di costi e ricavi? O forse il problema non si pone perché interverrà un non esplicitato “contributo pubblico” continuo per succhiare ancora centinaia di milioni dei contribuenti?”

“In assenza di documenti i conti del ponte restano un mistero, e l’equilibrio finanziario di gestione una favola. Per chiarire questo mistero e sfatare la favola SdM e Salvini hanno un’unica strada: pubblicare i documenti economici e contabili del progetto (Piano Economico-Finanziario, computo metrico, quadro economico del progetto, stima dei costi, piano di manutenzione). Visto che si spendono soldi dei contribuenti è un atto dovuto. Non è sopportabile che i conti del ponte siano un segreto di Stato”.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments