Vincenzo Puglisi Guerra, classe ’79, nato e cresciuto a Messina, aveva solo 7 anni quando osservando due barchette in mare venne totalmente conquistato e rapito dalla passione per la vela. Passione che lo porterà nell’ immediato, in pieno inverno, a frequentare la scuola di vela della Lega Navale Italiana Sezione di Messina e crescendo ad amare così tanto la vita in mare da avvicinarsi, a 20 anni compiuti, alle barche d’ altura senza più lasciarle. Ad oggi, infatti, è un velista professionista, con alle spalle circa 25 anni d’ esperienza, tra Rolex Cup, competizioni varie e due terzi posti ai mondiali. Vincenzo ha fatto della passione per la vela e per il mare, passioni che l’hanno portato a viaggiare molto, non solo il suo il suo stile di vita ma una vera e propria mission che si è tradotta, col tempo, nel progetto di poter creare nella propria città una struttura che andasse ad unire l’aspetto goliardico di un locale riva allo Stretto con una piccola scuola di vela e windsurf, volta non tanto all’ aspetto agonistico di entrambe le discipline ma al puro piacere, divertimento e benessere nel praticarle. Così nel 2018, con un’idea che era già in cantiere circa ben sei anni prima, dà vita, in quel di Pace, insieme ai soci Giovanni Ferro e Fabio Lavafila, all’ Octopus: la prima realtà in città non solo ad unire ristorazione e cocktail bar a delle discipline sportive acquatiche, ma a porsi l’ obiettivo, fondamentale, di restare aperta tutto l’ anno, senza chiudere i battenti nei mesi più freddi, permettendo a cittadini e turisti di vivere anche in pieno inverno il nostro mare a 360°. Nasce, quindi, la famiglia dell’Octopus che si contraddistingue per la sua armonia e positività, tra aperitivi al tramonto, pranzi e cene in riva allo Stretto e la possibilità sia di prendere lezioni di vela e di windsurf, che di noleggiare l’attrezzatura, tra cui anche canoa e SUP, ed infine di usufruire dell’attività di rimessaggio. Se Vincenzo si occupa dei corsi di vela, incentrati prevalentemente sulle derive, tra Optimist e Laser, dunque, al quartier generale del windsurf troviamo Sergio Di Pietro, amante dell’Harley Davidson e motociclista “prestato” al mare. Come nelle più grandi storie d’ amore Sergio scopre il windsurf quasi per sbaglio, all’ età di 10 anni, giocando con l’attrezzatura dello zio e, successivamente, perdendosi in mare, tra i venti e le correnti dello Stretto, diventando un windsurfer autodidatta, per poi andare prima a perfezionare le sue competenze a Riva del Garda e, nel 2019, prendere la qualifica di istruttore certificato di windsurf coronando il suo sogno di lavorare a stretto contatto con il mondo dello sport. Quella dell’Octopus è una realtà preziosa, che ha indubbiamente valorizzato un tratto della litoranea che per tanti anni era abbandonato a stesso, e molto attenta nel prendersi cura nel ricordare in primis a noi messinesi, ed ovviamente ai turisti e alle persone di passaggio, che il mare non è una questione elitaria, che “non finisce a settembre” e che il benessere regalato dagli sport in acqua e dalla fortuna di vivere in una città in riva allo Stretto è terapeutico ed inestimabile.

Come, quando e perché nasce il progetto dell’Octopus?

Vincenzo: “Il progetto nasce nel 2012-2013 con un’idea che per tante vicissitudini burocratiche, purtroppo, si è riuscita a realizzare concretamente solo nel 2018 e così da quel momento siamo sempre stati attivi, estate e inverno, sul territorio. L’ idea arriva grazie al mio percorso, andavo avanti più capivo dovevo stare a mare, non in ospedale dato che ai tempi studiavo medicina, ed ho unito i miei due mondi ovvero quello della notte, che ho sempre frequentato, e quello del mare creando una struttura che a Messina era effettivamente unica in questo, non esisteva una realtà simile, e quindi mi piaceva il concetto di dare vita a qualcosa di nuovo che unisse ad alla realtà della ristorazione e cocktail bar sul mare una vera e propria unità sportiva. L’Octopus, quindi, nasce, soprattutto, grazie al fatto che girando tanto con le barche a vela vedevo molte realtà fuori dove, per l’appunto, a quello che era il locale si univa una struttura sportiva dove fare scuola di vela o dove poter noleggiare attrezzature varie ed eventuali per gli sport in acqua. Uno degli aspetti fondamentali dell’Octopus che ho avuto in mente sin da subito è stato quello che questo tipo di locale doveva restare aperto tutto l’anno perché il mare non chiude a settembre, anzi diventa ancora più bello.”

Perché Octopus?

Vincenzo: “Il nome del locale nasce insieme ai miei soci, Giovanni Ferro e Fabio Lavafila, che sono stati e sono fondamentali in questo progetto, ed abbiamo scelto Octopus perché il polpo è un animale che ci affascina da morire, è uno degli animali più intelligenti al mondo, forse nessuno lo sa, è uno stratega ed è il re del mare. E poi diciamo che i suoi tentacoli rappresentano metaforicamente la varietà di esperienze che si possono vivere frequentando il locale. Il logo è una mia creazione insieme alla mano di Gianluca Scalone.”

Che tipo di servizi e di attività offre l’Octopus?

Vincenzo: “All’ Octopus è possibile seguire i corsi per imparare le nostre discipline come la piccola vela, più tecnicamente chiamata deriva, ed il windsurf, è possibile noleggiare l’attrezzatura per windsurf, canoa e SUP e questo del noleggio è un aspetto molto carino perché i turisti che passano da qui e hanno il piacere di uscire in mare in una cornice unica al mondo come quella dello Stretto di Messina trovano tutto quello che può servirgli a loro disposizione, e svogliamo anche l’ attività di rimessaggio quindi si può lasciare la propria attrezzatura nei nostri locali dedicati. Abbiamo l’abitudine di organizzare spesso degli Open Day, che cadono principalmente di domenica e che annunciamo sui nostri profili social, in modo tale che tutte le persone incuriosite ed interessate possano venire a trovarci per fare una prova o semplicemente raccogliere ancora più informazioni. A questo si unisce il lato della ristorazione, dalla colazione ai pranzi, alle cene, ed ovviamente l’immancabile aperitivo sul mare.”

Sergio: “Le attività sportive, inoltre, sono fonte di grande aggregazione ed intesa tra le persone, molto più di quanto ci si possa trovare nel bere qualcosa insieme.”

Che tipo di cucina è quella dell’Octopus?

Vincenzo: “Cucina di pesce, siamo sul mare e prediligiamo la cucina di pesce, per quanto qualche referenza di terra la teniamo per accontentare un po’ tutti, ma stando sullo Stretto e chiaramente chiamandoci Octopus il nostro menù è un trionfo di pescato freschissimo con protagonisti, tra i tanti, il pesce spada e il polpo. Il nostro piatto forte, che non manca mai in menù e che va per la maggiore, è lo spaghettone al pesce spada secondo la ricetta del nostro Chef Nino Calafiore: dei dadini di pesce spada, pinoli, finocchietto, uvetta passa, un pizzico di peperoncino, tutto su una vellutata di patate.”

Sergio: “E vi consiglio anche lo spaghetto alle vongole, una bontà!”

Per quanto riguarda i corsi di vela?

Vincenzo:“I nostri corsi si focalizzano sulle piccole vele, ovvero barche piccole da spiaggia comunemente dette derive. Abbiamo corsi di Optimist e Laser, per tutte le fasce d’ età, ai quali è possibile prendere parte tutto l’anno. I bambini, con l’Optimist, possono cominciare dai 6 anni compiuti, per poterli registrare alla federazione ed avere le coperture assicurative del caso. Il corso bambini viene fatto di classe, quindi si va a formare una vera e propria classe, con tre appuntamenti settimanali. I bambini interagiscono fra di loro e con gli istruttori per prendere, innanzitutto, dimestichezza col mare e col vento. Ci sarà, quindi, una parte teorica importante anche se si cerca di andare al mare il prima possibile per non annoiare il bambino andando a creare proprio dei giochi, perché così il lor interesse al gioco li avvicina a quello che poi diventa uno sport. Uno dei primi aspetti che affrontiamo con i bimbi è la sicurezza e quindi farli sentire sicuri, fargli capire che con il giubbottino sono protetti, che possiamo andare sott’acqua, sotto la barca, e tutto ciò che riguarda la respirazione. Un lavoro, insomma, volto a tranquillizzare il bambino che magari è un pochettino pure più spaventato, per fargli capire che tutto è sereno, che lui è protetto, che comunque è iperattenzionato, perché chiaramente stiamo con mille occhi aperti quando abbiamo i bambini con noi. E piano piano i bambini, che sono delle spugne, apprendono alla velocità della luce e riescono con dei velocissimi copia-incolla a imparare pure molto rapidamente, anche molto più rapidamente di persone molto più grandi. Per il corso Laser, invece, tengo delle lezioni individuali.  È una barca molto sportiva, ancora oggi è classe olimpica. È una barca molto nervosa, sportiva ed instabile quindi è consigliato a chi è fisicamente molto prestante, che abbia già esperienza o non, ed è alla ricerca di un corso abbastanza sportivo, non tutti riesco a farlo.”

Per quanto riguarda il windsurf, la canoa ed il SUP?

Sergio: “In quanto istruttore di windsurf mi occupo dei corsi, appunto, di windsurf mentre per la canoa e/o il SUP (stand up paddle) ci limitiamo al noleggio dell’attrezzatura dato che non c’ è, effettivamente, bisogno di un istruttore perché sono mezzi molto intuitivi su cui si può andare sin da subito, però, chiaramente, monitoriamo sempre chi li usa in mare. Per il windsurf, dunque, da noi ci si può rivolgere sia che per la scuola che per il noleggio o rimessaggio. Abbiamo il corso base per navigazione in sicurezza e quello per un livello successivo, quello della velocità, chiamato funboard. Le lezioni si windsurf si tengono durante tutto l’arco della settimana, dal lunedì alla domenica, sono individuali o anche di gruppo, soprattutto quando riesco a seguire in mare in sicurezza, magari, tre-quattro persone sullo stesso livello che iniziano ad andarci. Ovviamente all’ inizio, per questioni di sicurezza, attacco la cima sulla poppa, e la tengo io fino a 40 metri, perché per le correnti che ci sono nello Stretto bisogna stare molto attenti, nel momento in cui mi accorgo che hanno padronanza nelle manovre di ritorno allora lascio la cima e sono liberi. Si inizia con una lezione teorica di circa mezz’ ora a terra con un simulatore, ovvero una tavola con una vela piantata sul prato, gli spiego i movimenti, li guido nei movimenti e teniamo una vera e propria simulazione di quello che faremo in acqua. Successivamente si passa alle uscite in mare dove, comunque, farò dei riferimenti sempre alla parte teorica-tecnica, chi vuol imparare il windsurf deve passare molto tempo in acqua e farò sempre dei briefing e debriefing, sia in acqua che poi anche sul prato, perché è importante acquisire la tecnica corretta. È uno sport dove non ci vogliono delle doti fisiche particolari, è adatto a tutti. Per le ragazze, ad esempio, è molto più facile riuscire ad uscire ai primi tentativi, rispetto agli uomini, dato che è tutta una questione di equilibrio e di baricentro. Chi, infatti, pensa che il windsurf sia una questione di forza, e di conseguenza chi ci va di forza, già fallisce in partenza, è una questione di distribuzione dei pesi e dell’ andare ad affinare e migliorare un po’ l’equilibrio perché per contrastare il vento, e la pressione che c’è sulla vela, non su vanno ad utilizzare i muscoli ma tutto il corpo, quindi si va a spostare il baricentro nel senso opposto a quello della vela: la vela ci tira in avanti e noi buttiamo il corpo indietro tenendo una postura corretta anche per non farci male e usare il minimo possibile i muscoli. Anche i bambini intorno ai 6-9 anni posso iniziare a praticare windsurf. Una volta finito e superato il corso, quindi, si è capaci di uscire in autonomia e si potrà decidere di acquistare un pacchetto noleggio da noi. È sicuramente importante non spezzare il filo e continuare, in modo più o meno costante, a praticare windsurf sia per chi ha appena imparato ma anche per chi sa già andare e noleggia o usufruisce del rimessaggio.”

La città di Messina nella realizzazione del progetto vi ha aiutato o ostacolato?

Vincenzo: “Per creare l’Octopus l’iter burocratico è stato abbastanza lungo e pesante, ho vissuto 5-6 anni di burocrazia, quindi non è stata una cosa semplice, sono contento di aver tenuto duro e avercela fatta, ma non è stata assolutamente una cosa facile. Oggi sono contento di quello che con i miei soci abbiamo pensato e creato, ex novo, non rilevando altre aziende e strutture, è stato tutto pensato e costruito da noi, anche l’idea stessa è stata un’idea nuova per il territorio, sono contentissimo della risposta che abbiamo avuto ed abbiamo. L’Octopus è una bella realtà, molto apprezzata.”

Messina ed i messinesi hanno usufruito ed usufruiscono del mare nel migliore dei modi possibili?

Vincenzo: “Purtroppo qua entriamo in una domanda pesante, nel senso che secondo me dovremmo prendere molto di più dal mare. Non abbiamo sufficienti strutture per vivere il nostro mare, ma non solo parlando di vela e windsurf, ma anche per la gestione delle piccole imbarcazioni, non ci sono scivoli per scendere le barche a mare. Ricordo che siamo la città con più chilometri di costa in Italia e non ci sono scivoli per scendere le barche a mare. Una città come Messina è un punto strategico dove passano tutti gli yacht del mondo, non abbiamo un marina di livello che possa accogliere i grossi e grossissimi, cosa che invece hanno fatto città come Siracusa dove, infatti,  si fermano imbarcazioni che sono considerate, oggi nel mondo nautico, come aziende, cioè certe barche che si fermano in determinate location hanno una media di spesa che può andare dai 50.000 euro al giorno o anche oltre, andando quindi a creare anche un indotto economico importante. Diciamo che Messina non è un territorio facile, abbiamo uno dei mari più belli del Mediterraneo, però a mio avviso è poco valorizzato. Fortunatamente ci sono delle realtà che si stanno adoperando per insegnare determinate discipline e tramandare quest’ amore per la vita in mare. Con noi posso sicuramente parlare della Lega Navale Italiana, sezione di Messina, del presidente Alessandro Billè, ma anche del windsurf club di Landi, del Tennis e Vela stesso: tutte le realtà con cui l’Octopus si sposa per mandare ed avvicinare più persone possibili al mare insegnando quelle discipline che stanno a cuore a chi vive sul serio il mare come sportivo o meno.”

Cosa accadrà la prossima settimana a Capo d’ Orlando?

Vincenzo: “La prossima settimana, 25-28 giugno, ci attendono i campionati italiani di vela d’altura a Capo d’Orlando. Lo Yatch Club Capo d’Orlando è riuscito ad avere questo importante evento, che si svolgerà nella nostra provincia, ci saranno una quarantina o cinquantina di imbarcazioni che vengono da tutta l’Italia, tutti i più preparati, i più cattivi, e noi partecipiamo per un circolo di Palermo, il Club Canottieri Roggero di Lauria di Palermo, uno dei più importanti e storici del sud Italia. L’imbarcazione si chiama LauriaXCento, dell’armatore messinese Salvatore Nocera, ed avrà due messinesi a bordo: Alessandro Costa, detto Saso, come timoniere, ed io che sono il prodiere della barca, un ruolo molto dinamico, ovvero colui che comanda la prua e quindi gestisce, organizza e realizza tutti i cambi delle vele di prua.”

Qual è il vostro P.S. (Post Scriptum)?

Vincenzo: “Rispettare il mare è il nostro primo insegnamento!”

Sergio: “Ho dovuto rinunciare al mio sogno di lavorare con lo sport a 20 anni e la vita mi ha dato una seconda possibilità a 48: non potevo ricevere riscatto e regalo migliore. Quando fai una cosa che ami è tutto molto più semplice.”

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