A gennaio il Comune di Messina ha presentato ricorso straordinario al Presidente della Regione Siciliana, avverso al decreto a firma del Dirigente del Servizio Tutela e Acquisizioni – Pianificazione paesaggistica (D.R.S. n. 3806), che ha dichiarato di interesse storico ed etnoantropologico particolarmente importante (ai sensi degli articoli 10 e 13 del decreto legislativo 22 gennaio 2004 nm 42 – Codice dei Beni Culturali e dell’articolo 2 della Legge regionale n. 80 del 1977) il fondo agricolo denominato “Fondo Villa Pugliatti”.
La portata storica di questo provvedimento e le richieste delle associazioni, dei comitati e residenti che da anni reclamano una pianificazione della zona sud più sostenibile e attenta alla valorizzazione del patrimonio culturale, sono state trattate nel precedente articolo di gennaio. Succede poi che a febbraio l’Ufficio Legislativo e Legale della Presidenza della Regione risponde con l’archiviazione e il rinvio in sede giurisdizionale della lite. Si arriva dunque a marzo, con la costituzione in giudizio del Comune di Messina contro l’Assessorato dei Beni Culturali e dell’identità Siciliana, la Soprintendenza di Messina e i proprietari del fondo, per chiedere l’annullamento del decreto di vincolo. Il fondo agricolo interessa al Comune perché ricompreso nel progetto “Stretto Link”, quello che prevede la realizzazione di grandi piazzali di stoccaggio mezzi e altri servizi per il traghettamento sullo Stretto di Messina. I moli di imbarco però, sono a circa due chilometri dalla piattaforma, dunque servirà un’altra opera: una strada per attraversare tutto il villaggio di Tremestieri, che probabilmente dimenticherà di avere un mare e una spiaggia. Tornando indietro di qualche anno, esattamente nel 2022, ritroviamo la stessa area di Pistunina, oggetto di un’altra progettazione, considerata strategica per il Porto di Tremestieri: la realizzazione di un deposito costiero di Gas Naturale Liquefatto, voluto fortemente dall’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto presieduta da Mario Mega.
In quell’occasione, l’allora candidato sindaco Federico Basile si era schierato al fianco dei residenti che, attraverso una petizione, avevano contestato la scelta di realizzare il deposito in quel luogo, in particolare per via dei forti disagi alla viabilità e alla vivibilità dei villaggi UNRRA, Contesse e Pistunina, causati dal passaggio continuo dei Tir. La procedura veniva poi annullata, a seguito del ritiro della manifestazione di interesse da parte di Edison, la società che avrebbe dovuto consegnare il progetto di fattibilità tecnica ed economica all’Autority. Si decide allora di realizzare nello stesso luogo la piastra logistica a servizio del Porto di Tremestieri. E a Giugno 2024, il Comune di Messina firma l’accordo “Stretto Link” con l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, secondo il quale l’ente si impegnerà ad avviare le procedure di esproprio delle aree private, interessate dalla realizzazione della piastra logistica a servizio del Porto di Tremestieri.
Nonostante i proclami da campagna elettorale, le modalità con cui si decide il futuro di molti spazi della città rimangono sempre le stesse. E la fascia costiera della zona sud di Messina rappresenta l’esempio più significativo della mancanza di un Piano Regolatore, che risponda alle nuove esigenze di sviluppo sostenibile di un territorio, già caratterizzato da una forte e caotica espansione edilizia e commerciale.
Manca inoltre quell’approccio partecipativo che dovrebbe guidare una buona pianificazione territoriale. Un Comune veramente evoluto, prima dell’avvio di una progettazione che comporta profonde modifiche all’assetto territoriale, sociale e ambientale del proprio territorio, dovrebbe favorire la più ampia partecipazione della popolazione coinvolta, fino ad arrivare anche alla co-progettazione, innovando e migliorando le procedure attuali e andando oltre gli strumenti di consultazione previsti dalla normativa attuale. Così, ad esempio, prima di bandire concorsi per l’acquisizione di progetti di fattibilità tecnica ed economica, rivolti alle imprese private interessate a realizzare un’opera, l’Ente proponente, potrebbe dotarsi di un indirizzo alla progettazione, contenente le proposte, i desideri, le conoscenze e i saperi di cui sono portatori i cittadini dei territori interessati dalle opere.
Il Comune adesso, nell’interesse della comunità della zona sud, dovrebbe rinunciare al giudizio per l’annullamento del vincolo sul fondo di Villa Pugliatti. Ne vale anche della tutela del paesaggio della città ai sensi dell’art.9 della Costituzione Italiana, nonché della sopravvivenza dell’ultimo giardino storico e polmone verde della fascia costiera, dalla Zona Falcata a Tremestieri.