MESSINA. “I parametri analizzati compresi nel Decreto Legislativo 23 febbraio 2023 n.18 rientrano nei limiti di legge”. Tradotto, l’acqua che sgorga dalle sorgenti del Fiumefreddo (stazioni Bufardo e Torrerossa) e della Santissima, è potabile e di buona qualità. Sono i risultati delle analisi condotte da un laboratorio privato di Pace del mela su incarico dell’Amam, la partecipata del comune di Messina che si occupa di approvvigionamento idrico e di acquedotto, che certificano la bontà dell’acqua delle fonti da cui Messina attinge l’acqua potabile.
I dati arrivano dall’Amam, dopo il fermo sollecito da parte del comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto”, che in una conferenza stampa, sabato 22, aveva lamentato la mancata pubblicazione dei dati sul sito della partecipata. “I dati non sono ancora pubblicati sul sito internet dell’azienda – commentano dal comitato – e sono parziali visto che i parametri microbiologici e chimici previsti dalla normativa occupano ben 6 pagine del testo legislativo contro la paginetta e mezza inviataci da Amam. Insisteremo per avere da Amam dati più completi e disponibili per tutti. Arera (autorità di regolazione di energia, reti e ambiente, ndr) ci conferma che Amam ha spedito in ritardo i propri dati, non potendo così rientrare nei meccanismi di premialità/penalità previsti dalle deliberazioni della stessa autorità”, concludono dal comitato.
Se l’acqua che parte della sorgenti (le due dell’acquedotto Fiumefreddo alle pendici dell’Etna, quella della Santissima nel territorio tra Fiumedinisi e Monforte san Giorgio) è buona, perchè a Messina è ancora in vigore un’ordinanza di settembre scorso, a firma del sindaco Federico Basile, che vietava l’acqua “per fini diversi da quelli igienico sanitari”? la risposta breve è che a settembre scorso l’ordinanza sindacale veniva emanata all’indomani dell’immissione in rete dell’acqua proveniente dai quattro pozzi, scavati in emergenza verso la fine di quest’estate per far fronte alla perdurante crisi idrica, di Briga 1 e 2, Busà e Cucinotta. L’ordinanza, spiegava Basile all’epoca, era stata emanata in via precauzionale e in attesa dell’idoneità al consumo potabile che sarebbe dovuta arrivare da parte dell’Asp, ma analisi preliminari condotte da un laboratorio privato su incarico del comune di Messina non aveva rilevato alcun problema e avevano confermato la potabilità. E quindi, seppure “ufficiosamente”, l’acqua si poteva bere. L’ordinanza, però, non è mai stata ritirata, e l‘Asp non ha ancora rilasciato il giudizio di idoneità.
Sulls circostanza, il comitato spiega di “avere formalizzato l’esposto denuncia alla Procura della Repubblica per l’inammissibile situazione in cui si trova la 13esima città italiana dove bar, ristoranti, alberghi, ospedali, uffici pubblici e scuole non possono utilizzare l’acqua del rubinetto perché dichiarata dal sindaco non potabile”.