MESSINA. Non si placa la polemica intorno agli alberi tagliati sul viale Giostra durante i lavori per il parcheggio a raso di interscambio, che Messina Servizi sostiene non abbiano nulla a che vedere con gli stessi lavori, ma che sono stati tagliati per questioni di sicurezza, perchè instabili e a rischio crollo.

Ma cosa prevede il progetto del parcheggio riguardo al verde? C’è scritto nella relazione tecnica: non era previsto alcun abbattimento, altrimenti il costo sarebbe risultato nel computo metrico del progetto e nell’elenco prezzi. Però la relazione segnalava già che “In molti casi si è rilevata (…) il verificarsi del sollevamento della pavimentazione per effetto della crescita verso l’alto delle radici dell’albero”. Nel computo metrico, poi, si parla di “ripristino degli alloggiamenti degli alberi esistenti”, che erano stati indicati in 57, e di cordoli per ulteriori 15 dove oggi ci sono solo gli alloggiamenti (lì dove non è presente l’albero, in pratica, perchè tagliato da tempo). Nemmeno qui alcuna menzione di alberi da espiantare.

Nonostante questo sono state tagliate dieci piante, una dopo l’altra. Nel progetto originale (ne è stata approvata una variante che toglia 23 posti in prossimità dell’incrocio con viale Regina Elena) non sono previsti alberi a partire da via Alibrandi, la perpendicolare del viale Regina Elena, ma la settimana scorsa ne sono stati tagliati sin da due traverse più in basso, vie Turinga e Duca.

E d’altra parte, la lavorazione dello spartitraffico di delimitazione col controviale, l’attuale marciapiede, su cui si sta operando in questi giorni in direzione monte-valle, prevede la traccia esattamente nel posizionamento attuale degli alberi, che nonostante sia prevista la loro conservazione, “intralciano” il tracciato della banchina per tutto il perimetro del parcheggio: e infatti i pali dell’illuminazione, che erano in linea con gli alberi, sono stati tolti all’inizio dei lavori.

SUll’argomento è intervenuto, con una nota sulla sua pagina fb, Alessandro Giaimi, argonomo già esperto del comune di Messina: “Se si dovesse abbattere ogni albero che presentasse radici “asimmetriche” non ne rimarrebbe uno all’impiedi, visto che questo parametro è tipicamente umano e non attiene alla natura. È perfettamente normale che le radici si accrescano in modo irregolare, così come la chioma d’altronde, ma ciò non pregiudica affatto la stabilità di un albero. Si dovrebbe, piuttosto, verificare se le radici siano sufficientemente robuste, se abbiano problemi fitosanitari, se coprano una superficie di zolla proporzionata alle dimensioni dell’albero, se abbiano radici strozzanti, e così via, tutti fattori certamente molto più impattanti rispetto all’eventuale simmetricità.

Né vale il contentino di garantire nuove piantagioni. Qui non vale la regola dell’uno vale uno. La presenza degli alberi in città, spesso fonte di rimostranze e malumori, è giustificata dai preziosissimi “servizi ecosistemici” di cui sono fonte: produzione di ossigeno, abbattimento delle polveri sottili, riduzione delle temperature, ombreggiamento, ecc. ecc. (solo questo argomento richiederebbe una nota a parte). Ora, la quantità di questi servizi NON è data dal numero di alberi, bensì dalla loro superficie fogliare. È stato stimato che un grande albero adulto, in termini di servizi ecosistemici, possa equivalere dai 2.000 ai 3.000 alberelli appena piantati. Quindi, a meno che non si abbia in programma di creare un bosco vero e proprio, la perdita ecologica è assicurata e permanente.
Infine, due riflessioni: in primo luogo, se, come scritto nella nota di MessinaServizi, l’anomalia relativa alle radici è da imputare alla presenza della soletta, l’intero doppio filare di platani dovrebbe manifestare la stessa sintomatologia di asimmetricità degli apparati radicali, e non solo i nove esemplari fin qui tagliati; per lo stesso motivo, si può immaginare che anche i nuovi alberelli andranno incontro allo stesso problema, per cui, forse, non sarebbe nemmeno opportuno prevederne l’impianto”.
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