MESSINA. Continua il dibattito sul caso dell’incarico conferito da parte dell’amministrazione a Laura Castelli. A prendere parola anche il gruppo del Partito Democratico messinese e il Gruppo di Iniziativa e Resistenza Civica “RispettoMessina”. «Le ultime novità relative alla rimodulazione dell’incarico di Laura Castelli al Gabinetto della Città Metropolitana sono occasione per noi per esprimere una indignazione politica alla luce di ciò che a Messina appare ormai una vera e propria prassi di gestione del potere -scrivono dal PDLa vicenda che ci occupa, invero, denota approssimazione amministrativa, superficialità gestionale, e certamente può essere assunta, a contrario, come esempio da non seguire sotto il profilo politico. Ebbene, a distanza di poche settimane, il sindaco Basile modifica il suo precedente decreto di nomina solo perché la dottoressa Castelli, come era facilmente prevedibile, visto che la stessa non abita a Messina, “non può assicurare una presenza giornaliera in servizio con i connessi obblighi propri di un pubblico dipendente”, essendo la medesima presidente nazionale di un movimento politico, e conseguentemente deve recarsi frequentemente a Roma per impegni di natura politica e non certo istituzionale. Alla luce di queste considerazioni, che pure dovevano essere note al Sindaco all’atto della nomina (facendo entrambi parte del medesimo movimento), Basile, venendo incontro alle esigenze del tutto personali della sua Presidente, modifica l’incarico, confermandolo nella sostanza, e mutandolo nella forma. Infatti, la nostra non più Capo di Gabinetto, assume la veste di esperta con contratto di collaborazione a tempo determinato e di consulenza con un rapporto fiduciario, con la corresponsione di 47.000 euro annuali, pari allo stipendio tabellare dei dirigenti. Paradosso dei paradossi. Allo stato, quindi, appare lecito chiedersi e chiedere al Sindaco: attesa la modifica intervenuta, dobbiamo ritenere che la città metropolitana non avesse bisogno di un capo di gabinetto? Se così è, allora perché è stata nominata illo tempore la Castel- li? Ed ancora, se invece la città metropolitana ha ancora bisogno di un capo di gabinetto, perché è intervenuta la detta modifica? In tale ultimo caso, cosa intende fare il Sindaco? Forse intende procedere ad un’ulteriore nomina? Con conseguente aggravio di costi in capo all’Ente? In verità, alla luce delle motivazioni sottese alla modifica di che trattasi ed esternate al pubblico, sembrerebbe che nel caso in esame non sia stato garantito il perseguimento dell’interesse pubblico. Infatti, per come è stata rappresentata l’intera vicenda, sembrerebbe essere stato tutelato l’interesse dell’incaricata, la quale, per motivi strettamente personali, non può assolvere al primo incarico conferitole. Sotto questo profilo riteniamo doveroso che il Sindaco chiarisca qual è l’interesse precipuo dell’Ente rappresentato, e come ne sia stato garantito il perseguimento. Ma davvero in questa città si può ritenere di conferire incarichi apicali con queste modalità, con questa disinvoltura, e se volete con questa facilità?»

«Tempo fa avevamo evidenziato che la nomina del nuovo direttore generale dell’Ente Città Metropolitana di Messina prevedeva l’attribuzione di una mega indennità di carica che insieme ad altre retribuzioni legate all’espletamento di ulteriori funzioni raggiunge la cifra di circa centottantamila euro annui. Una somma abnorme e fuori da ogni responsabile logica gestionale che verrà erogata in un periodo di recessione economica a livello locale, che necessiterebbe una maggiore misura e senso di responsabilità da parte di chi amministra “la cosa pubblica” -scrivono invece da “RispettoMessina”– Anche perché si tratta di un Ente che ha visto sempre di più la riduzione dell’organico e del personale in servizio che al 2023 era costituito da circa 555 dipendenti a tempo indeterminato. Ed, inoltre, per avere il quadro esatto del “peso” di questa indennità, sulla quale, come su tante altre, è calata una coltre di silenzio, va sottolineato che è la stessa dello stipendio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Non contento di ciò il Sindaco Metropolitano, palesemente su direttive di altro soggetto, ha proseguito nell’affidare incarichi a pagamento utilizzando soldi pubblici, che hanno una valenza non solo politica ma prettamente partitica. Ed è così che con decreto Sindacale n.246 del 30 dicembre 2024 il Sindaco Basile conferisce l’ incarico di “Capo di Gabinetto con contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e determinato” alla dottoressa Laura Castelli, affidandogli una serie di funzioni e deleghe che ne fanno in pratica una sorta di “alter ego” dello stesso Sindaco. Un ruolo quindi dirigenziale con relative attribuzioni economiche, che implica una presenza giornaliera con la timbratura del cartellino di presenza, ed un impegno a tempo pieno ed esclusivo come è previsto per i dirigenti, i funzionari ed i dipendenti dell’Ente.Incarico che, alla fine dello scorso anno, viene presentato in pompa magna in una conferenza stampa che più che più che avere una caratterizzazione istituzionale, sembrava un incontro dell’ Esecutivo del Movimento politico “Sud chiama Nord” di cui la Castelli è la Presidente. Ma a distanza di meno di un mese, e stavolta senza fanfare e parate e senza “benedizione ” da remoto del presidente della Regione Schifani, lo stesso Sindaco Basile con decreto n.2/M del 21 Gennaio 2025 modifica il suo precedente decreto di nomina del Capo di Gabinetto. E ciò perché la dottoressa Castelli, come era facilmente prevedibile, “non può assicurare una presenza giornaliera in Servizio con i connessi obblighi propri di un pubblico dipendente” e ciò perché essendo Presidente nazionale di un Movimento politico deve recarsi frequentemente a Roma per impegni di natura politica. Ma, nonostante questa tardiva comunicazione, in modo arrogante il Sindaco Basile, venendo incontro alla disponibilità che gli è stata comunicata dalla stessa Castelli, conferma l’incarico, dandogli una nuova veste di collaborazione a tempo determinato e di consulenza con un rapporto fiduciario, con la corresponsione di 47.000 euro annuali, pari allo stipendio tabellare dei dirigenti. E così verranno dati quasi 50mila euro all’anno a far carico, però, sul bilancio pluriennale in formazione del 2025-2027, alla Presidente del Movimento Sud chiama Nord, che nella veste di consulente affiancherà il Sindaco della Città Metropolitana quando lo riterrà opportuno senza alcun obbligo di tempo l, e quando non sarà impegnata a Roma od in giro per eventi politici, ed utilizzando le occasioni di incontri fatti insieme al suo Sindaco che è anche componente dell’ Esecutivo del suo stesso partito, per continuare bellamente a svolgere anche il suo ruolo politico. Ci chiediamo, allora, se coloro che si adoperarono all’ARS per fare istituire anche a Messina la Città Metropolitana avessero mai potuto immaginare un epilogo così triste!»

 

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