MESSINA. Appena 42,18 euro pro-capite. È quanto spende il Comune di Messina per l’istruzione e il diritto allo studio in base a quanto si evince dalla classifica stilata da Openpolis e realizzata grazie a openbilanci, piattaforma online sui bilanci comunali.

Tra le città con più di 200mila abitanti, Messina si piazza all’ultimo posto, preceduta da Napoli (51,97) e Bari (83,27). In vetta alla graduatoria c’è Milano (206,05), seguita da Bologna (204,3), Verona (171,57), Trieste (158,89) e Firenze (159,5).

I numeri (fonte Eurostat) si riferiscono al 2019 e mostrano come l’Italia investa solo l’8,2% della spesa pubblica in educazione: un dato inferiore di due punti percentuali rispetto alla media dei paesi Ue (10,2%). Netta la differenza fra Nord e Meridione, con ben 7 delle prime 11 posizioni della classifica generale  occupate da comuni della provincia autonoma di Bolzano.

«I dati – si legge sul portale – mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti, non sono disponibili i dati di Palermo e Catania perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2019.

Per quanto riguarda gli altri capoluoghi siciliani, Ragusa spende 47.71 euro pro capite, Enna 48,49, Caltanissetta 69,7, Siracusa 26.74. La dirimpettaia Reggio? Appena 29,3.

 

Cosa si intende per “diritto allo studio”? Scuola e formazione sono oggetto di un’intera missione contenuta nei bilanci comunali: “Istruzione e diritto allo studio“, all’interno della quale sono presenti diverse voci di spesa, dalla scuola dell’infanzia, primaria, secondaria inferiore e superiore, oltre che universitaria. Inoltre in questa missione vengono ricompresi i servizi ausiliari all’istruzione (come il trasporto, gli alloggi, le mense o le sperimentazioni didattiche) e le politiche per il diritto allo studio, come borse di studio, sovvenzioni, prestiti, buoni libro e indennizzi.

Per ogni livello di istruzione vengono inserite le spese relative al funzionamento, gestione e manutenzione delle strutture sul territorio, compresi gli interventi di edilizia scolastica di competenza del comune, ma anche gli investimenti nella formazione del personale.

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Roy
Roy
21 Gennaio 2021 7:52

in compenso siamo al primo posto come munnezza nello stretto